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Di solito di chi arriva secondo ci si ricorda raramente, salvo casi eccezionali. Ma è un dettaglio in queste circostanze: per quanto il suo gol non sia stato il primo (quello l’ha segnato Giani, un difensore) della stagione biancazzurra – bensì il secondo – Luca Veratti punta a fare dell’annata in corso quella del definitivo salto di qualità. Dopo le caterve di gol con la maglia delle giovanili del Bologna, la stagione 2013-2014 – la prima vera da professionista – non gli ha regalato grandi soddisfazioni. Due prestiti, a Salò e a Bolzano, senza riuscire a incidere per davvero. Soprattutto senza la gioia di una rete. Particolare che non è sfuggito ai tifosi spallini al momento di controllare in rete le credenziali del giovane attaccante prelevato in prestito da Davide Vagnati.

Luca, non si può non chiederti di quello zero alla casella dei gol fatti. Quel numero può far dubitare qualcuno sulle tue qualità.
“So di non aver fatto una buona annata e che i presupposti erano diversi dopo l’esperienza di Bologna. Però quello che è successo nella scorsa stagione mi ha aiutato a maturare e al tempo stesso è uno stimolo per fare meglio in questa nuova avventura. Voglio essere ottimista, sapendo di poter migliorare e di dover dare il 120% per la maglia della SPAL”.

Intanto un gol è arrivato subito nella prima amichevole giocata a Comacchio.
“Sì, l’ho cercato fortemente e anche se era un’amichevole credo che per un attaccante sia sempre importante buttarla dentro. Aiuta a far crescere autostima e motivazioni, spero di poter continuare su questo percorso”.

Da quanto abbiamo capito stai affrontando una preparazione fisica particolarmente impegnativa con i tuoi compagni.
“Confermo, stiamo lavorando davvero duramente, il Prof (Fabio Martinelli – ndr) ci sta mettendo sotto per bene (ride). Ma d’altra parte ci aspetta un campionato lungo e logorante e dobbiamo essere in grado di dare sempre il meglio in termini di rapidità e intensità”.

Davanti a te in attacco hai Giordano Fioretti, che da attaccante esperto può darti una mano nel percorso di maturazione.
“Certamente, già in questi primi giorni ho iniziato a osservare come si muove e provo a prendere spunto. Posso imparare molto da uno come lui”.

Come è stato vissuto il tuo passaggio alla SPAL nell’ambiente familiare? Sappiamo che sei originario di Massa Finalese e che parte della tua famiglia proviene proprio da Ferrara.
“Per me essere vicino a casa è uno stimolo in più a fare bene, senza dubbio. C’erano anche altre proposte, ma quella della SPAL mi è sembrata subito la più giusta. In famiglia ovviamente sono contenti e non vedono l’ora di vedermi in azione: spero di far divertire loro e ovviamente tutto il pubblico del Mazza”.