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Non è proprio una vigilia come le altre quella di SPAL-Forlì di Coppa Italia. Un po’ perché si tratta del debutto stagionale al Paolo Mazza, ma soprattutto perché nell’ambiente biancazzurro l’argomento più in voga è senz’altro il cosiddetto caso-Miglietta. Il centrocampista ex Ternana non si è allenato ieri e non l’ha fatto nemmeno oggi, ufficialmente per uno stato febbrile. Almeno questa è la versione offerta alla stampa da Oscar Brevi durante il tradizionale incontro di presentazione del match.

Che il centrocampista sia o meno alle prese con termometro e Tachipirina, non sorprende che l’allenatore scelga di proteggere l’ambiente ostentando calma e nervi saldi. Brevi, da professionista esperto quale è, sa perfettamente che nessuno è disposto a credere alla versione della febbre, ma d’altra parte non fa parte dei suoi compiti entrare in eventuali dispute contrattuali dei giocatori: “Vedremo domani se starà meglio e se ci sarà la possibilità di convocarlo per la partita. Per il resto lo reputo un giocatore importante come tutti gli altri, un punto di riferimento tra i tanti. Si tratta di un ragazzo che ho scelto insieme alla società e quindi lo apprezziamo. Per me attualmente il problema non esiste: Miglietta è un giocatore della SPAL come Fioretti, Germinale, Menegatti o Lazzari. Poi tutto quello che è uscito non mi sorprende. Ci sono passato da giocatore prima e da allenatore in seguito. Anche se è chiaro che quando non hai questi incidenti di percorso è meglio. Detto questo, io vado avanti per la mia strada“.

Andare avanti per la propria strada presuppone anche pensare a un piano-B, nel caso in cui la SPAL decida di cedere Miglietta al Novara. Tuttavia l’idea di dover rimpiazzare l’attuale capitano non sembra preoccupare particolarmente Brevi: “Purtroppo per i giocatori, intesa come categoria, ce ne sono tanti di forti senza contratto o comunque disponibili a un trasferimento. Le ragioni possono essere tante: dalle liste chiuse in serie B ai reduci dai fallimenti, passando per quelli che non rientrano nei piani delle loro società. Allo stato attuale non è difficile sostituire qualunque giocatore. Insomma, non rimarremo con le mani in mano“.

Archiviato il pensiero sul tema principale, Brevi è tornato su un terreno più familiare, ossia quello delle questioni tecniche: “Quella di domani col Forlì è una gara che va interpretata al massimo del potenziale. Di fatto sarà il primo test impegnativo dopo amichevoli di basso livello. Non mi posso aspettare una squadra brillantissima, ma la voglio determinata e che provi a imporre il proprio gioco“. L’importante sarà non forzare troppo un percorso di crescita che a detta del tecnico richiederà tempo: “Affrontiamo questa partita con la voglia di confrontarci. C’è curiosità di vedere a che punto siamo. Queste gare di coppa sono importanti per trovare una condizione accettabile in avvio di campionato. Vediamo la tenuta, visto che finora tutti hanno fatto 45 minuti alla volta. C’è anche un dispendio a livello psicologico, quindi ben venga anche l’amichevole di mercoledì contro il Pordenone: servirà per portare tutti a un livello buono. Di sicuro Tante risposte arriveranno di partita in partita: nella nostra condizione servirà un percorso progressivo, visto che la squadra è completamente nuova. A Catanzaro siamo partiti in fase di ristrutturazione e dopo due-tre mesi avevamo sviluppato compattezza. S’era capito che era una squadra tosta, aggressiva. Non dico che qui sarà lo stesso, perché ogni organico ha le sue caratteristiche, ma il concetto di base è il medesimo“.

Per la sfida contro il Forlì degli ex Arrigoni e Fantoni, Brevi non potrà contare sul nuovo arrivo Matteo Legittimo per motivi burocratici. Un innesto, quello del laterale salentino, ritenuto essenziale dallo stesso allenatore: “Siamo intervenuti prendendo un giocatore con determinate caratteristiche e di cui la SPAL aveva bisogno. Ha esperienza ed è duttile, può fare anche il difensore centrale. Mi permette di avere soluzioni diverse. In una linea a un terzino deve saper difendere e giocare assieme ai centrocampisti, oltre che arrivare due o tre volte sul fondo per crossare“. Insomma il discorso dell’età media non avrebbe nulla a che fare con quest’ultima operazione: “Quello dei limiti di età è un falso problema. La squadra è stata costruita per far sì che l’allenatore possa scegliere senza dover stare con la calcolatrice in mano, se no avrebbero dovuto prendere un ragioniere. Si vuole rientrare nei parametri, ma in campo va chi sta meglio, non il più giovane“.