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Sembra incredibile da dire, ma a Pontedera le cose non sono andate come al solito. Almeno non in campo. E’ successo infatti che nel dopo-partita un giocatore abbia detto qualcosa di interessante nelle interviste rilasciate a caldo in sala stampa. E’ un’eventualità abbastanza rara, vista la tendenza al luogo comune o alla frase fatta. Invece stavolta sono arrivate parole sferzanti, in particolare da parte di Giordano Fioretti. Il centravanti biancazzurro ha espresso tutta la sua frustrazione parlando apertamente del rischio di retrocessione della SPAL. Una presa di coscienza forte la sua, a fronte di una dirigenza che fino a qualche ora prima aveva tenuto ben salda la barra del “lato sinistro della classifica”. Un’uscita che può dirsi rivelatrice dello stato d’animo vissuto nello spogliatoio, tanto che non a caso la società ha deciso di sospendere le interviste ai giocatori durante la settimana che porta a SPAL-Savona.

Con le sue parole Fioretti non solo ha fatto capire quanto i giocatori siano alla ricerca di certezze, ma è sembrato anche proporsi come nuova guida morale per l’intero gruppo all’indomani dell’esclusione di Germinale. Ormai il divorzio tra l’attaccante trevigiano e la SPAL è cosa certa, viste soprattutto le modalità con cui è stato forzato. A prescindere dal suo valore tecnico, Germinale è destinato a lasciare un vuoto soprattutto in termini di personalità, visto che viene indicato tra i leader di questa SPAL ed è uno dei pochi uomini di esperienza a disposizione di Semplici. Gente in grado di fare da punto di riferimento e di alzare la voce quando necessario, sia in campo, sia all’interno dello spogliatoio. O anche semplicemente uno a cui dare il pallone per sentirsi un minimo più sicuri quando si è in partita. In altre parole: che abbia una sana e forte dose di personalità. Ingrediente che sembra fare difetto alla squadra in questo momento.

Il problema è che la personalità non si compra dal ferramenta (cit. Semplici, 9 dicembre 2014) e probabilmente nemmeno sul mercato invernale dei calciatori. Dopo Pontedera il ds Vagnati ha annunciato correttivi ampi e profondi, ma di fatto deve assolvere a un ordine di scuderia che va in controtendenza rispetto a innesti di personalità, oltre che di qualità tecnica. Altro giro, altra dichiarazione rivelatrice. Francesco Colombarini, intervistato dai colleghi de La Nuova Ferrara, dopo Pontedera ha ammonito: “Giochiamo con troppi vecchi in campo”. Non a caso i primi acquisti (Zigoni, Nava, Margiotta) hanno un’età media decisamente inferiore a quella dei giocatori che sono chiamati a rimpiazzare (Legittimo, Ferretti, Germinale). Per carità, possono anche esistere giovani in grado di abbinare qualità tecniche a capacità di leadership. Basti vedere Pogba alla Juventus, tanto per fare un nome noto. Solo che di norma queste perle rare non vengono offerte alla SPAL. Basterà cambiare la fisionomia di questa squadra – con un bagno nella fontana dell’eterna gioventù – per tirarla fuori dalla melma chiamata zona-playout? L’interrogativo è lecito, soprattutto se alcuni dei giocatori su cui si è deciso di puntare – per stessa ammissione di chi li ha portati a Ferrara – stanno offrendo prestazioni ben sotto le aspettative.

Nel frattempo resta da capire chi ha sbagliato cosa all’interno del grande cantiere biancazzurro. Non è facile da capire e non è nemmeno detto che ci si possa riuscire con un buon grado di certezza. Anche perché dagli stessi vertici societari da luglio a oggi sono arrivati segnali che nel complesso sono sembrati un tantino contraddittori tra loro. Con Brevi primo in classifica la squadra era ottima e con lei lo era il tecnico. Dopo l’esonero di Brevi la svalutazione ha riguardato l’allenatore, ma non l’organico, ritenuto ancora degno della “parte sinistra della classifica”. Dopo la terza sconfitta su quattro con Semplici pare che l’allenatore sia quello giusto, ma la squadra non all’altezza. Errori di valutazione e imprevisti capitano a ogni latitudine e livello, ma arrivati a gennaio sembra esserci già parecchio materiale di discussione per la pianificazione 2015-2016.

Il campionato però non si ferma e il calendario riserva un mese che sarà quantomeno indicativo sulla direzione che prenderà la stagione biancazzurra. Su cinque partite di campionato la SPAL avrà tre scontri diretti per la salvezza (Savona, Santarcangelo, San Marino), di cui due in casa, che non si possono fallire. Rimane da capire se nel mese del “tutti in discussione” (ancora cit. Semplici) e dei nuovi innesti ci sarà la serenità necessaria per risalire. Non deve essere una speranza, ma un imperativo. Ne va dell’orgoglio di una città intera.