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Senza timore di esagerare, pare che oggi a Ferrara – o meglio, tra i tifosi spallini – si sia parlato di più degli episodi di Reggiana-San Marino che di quanto avvenuto a Carrara, dove effettivamente ha giocato (e vinto) la SPAL. Cosa tutto sommato normale se dal destino dei granata dipende anche quello dei biancazzurri. A credere nella rimonta non sono mai stati così in tanti, per cui non sorprende l’ondata di malumore che ha accompagnato l’altra rimonta, quella della Reggiana al Mapei Stadium. Sabato si arriverà finalmente a un capitolo decisivo della vicenda: dopo SPAL-Pistoiese e Lucchese-Reggiana sapremo se lo scontro diretto dell’ultima giornata varrà per la classifica o solo per il conto delle statistiche.

A proposito, le statistiche: sarebbe davvero un peccato se la serie positiva messa insieme dalla SPAL, otto vittorie consecutive, dovesse valere esclusivamente per gli almanacchi. Eppure, se così dovesse finire, quale insegnamento trarre da tutto questo? Quale effettivo valore dare a questa dimostrazione di forza? Soprattutto, quale valore gli attribuirà la dirigenza, al momento di decidere quale tipo di squadra mettere insieme per la prossima stagione? Sarà interessante vederlo, soprattutto perché mantenere intatto questo gruppo non sarà facilissimo, tra scadenze dei prestiti, contratti da rinnovare e nuovi regolamenti sull’impiego dei giovani. La politica del “un passo alla volta” impostata dalla famiglia Colombarini rimarrà invariata oppure interverrà il richiamo del “Con pochi ritocchi si va in serie B”? Alzi la mano chi non l’ha sentita o letta almeno una volta nelle ultime settimane. In qualunque caso la prossima estate sarà particolarmente interessante per chi tifa SPAL.

Dal punto di vista delle aspettative alcuni tifosi mantengono una straordinaria capacità di sdrammatizzare la questione. Dopo SPAL-Pro Piacenza, terza vittoria consecutiva della serie, uno spallino di vecchia data mi disse una roba del tipo: “Vedrai, le vinceremo tutte da qui alla fine e non servirà a un cazzo. E’ tipico della nostra storia”. Detto allora sembrava quasi un modo per esorcizzare la paura che potesse accadere, oggi assume tratti abbastanza sinistri a cui potrebbe essere pericoloso fare l’abitudine. Anche perché, nel caso Reggiana-SPAL del 9 maggio fosse davvero decisiva, ci si troverebbe di fronte a uno spartiacque storico di proporzioni mica da ridere. Fino a un paio di settimane fa c’era anche la possibilità di vincere a Reggio Emilia anche solo per rovinare la festa ai granata, favorendo così l’ingresso ai playoff di una terza incomoda. Non proprio il massimo, ma comunque qualcosa. Con i rovesci recenti di Pisa e L’Aquila questa prospettiva è definitivamente tramontata, togliendo di mezzo l’opzione intermedia. Se sabato la Lucchese dell’ex spallino Calistri farà un favore alla sPAL, due settimane più tardi non ci saranno sfumature di grigio. Sarà bianco o nero, storia nuova o vecchia, gloria o solo statistiche. Per non avere dubbi del genere, tutti al Mazza sabato. Per sperare di poter dire “io c’ero”.