Sia in caso di vittoria sia di sconfitta, al termine della gara inizia come al solito il rito delle interviste. Il primo ad arrivare in sala stampa è il presidente, Fabio Bulgarelli.
Presidente, si sapeva sarebbe stata una gara difficile, ma comunque rimane l’amarezza per questa sconfitta.
“Trieste ha fatto un’ottima partita, guadagnando sul campo la vittoria. Probabilmente abbiamo pagato la stanchezza della settimana, perché siamo stati meno brillanti del solito. Loro invece sono venuti con tante energie e tanta voglia di metterci alla prova”.
Nel primo tempo la partita sembrava equilibrata. Cos’è successo secondo lei?
“Abbiamo perso lucidità nel secondo tempo. Per una squadra del genere, così matura, si vede che tre partite in un settimana si fanno sentire. Una sconfitta però ci può stare. Abbiamo un percorso difficile per raggiungere i playoff e la battuta d’arresto di oggi ci allontana un minimo, però non dobbiamo mollare e non demoralizzarci”.
Al di là dei meriti di Trieste, molti hanno protestato anche per il metro arbitrale. In qualità di presidente vuole dire qualcosa?
“No, perché alla fine fa parte del gioco, ogni tanto si vedono delle partite maschie. Secondo me non ha condizionato la partita. Loro sono stati meglio di noi e lo hanno dimostrato sul campo”.
Dopo le parole del presidente, arriva il momento di entrare nei dettagli tecnici della gara con coach Alberto Morea.
Coach, Ferrara nel primo tempo ha retto bene il confronto, poi nel secondo Trieste ha allungato.
“Trieste ha giocato la partita facendo leva sui suoi punti forti, mentre secondo me il nostro problema principale è stato fermare la palla un po’ troppo in tutto l’arco della partita. Abbiamo pagato in difesa i ritmi forsennati imposti dagli avversari, motivo per cui ci siamo scoperti con la difesa a zona non riuscendo a tenere abbastanza a uomo. Nel terzo quarto tutto questo si è sommato all’innalzamento delle percentuali al tiro di Trieste che ha permesso il parziale decisivo della gara”.
Questa sera come nelle ultime partite tanti assetti diversi e tanti giocatori in campo, ma non da tutti ha ricevuto risposte positive.
“Sul discorso degli assetti direi non più del solito. L’unico momento abbastanza strano è stato quando eravamo schierati con un quintetto molto piccolo, ma è durato un paio di minuti, solo per evitare di caricare di falli Esian. Ci sta che in una partita non tutti rispondano sempre in maniera ottimale”.
In ottica playoff, cosa cambia dopo questa sconfitta?
“Nella testa non cambia niente, noi dobbiamo sempre vincere. È chiaro che venendo da un periodo estremamente positivo, tutti noi speravamo di poterlo continuare. Così non è stato, ma nella nostra testa e soprattutto nell’atteggiamento non deve cambiare niente. Le vittorie sono sempre servite e servono tutt’ora”.
Nell’attesa dei giocatori, si concede ai microfoni dei giornalisti anche il direttore sportivo Alessandro Pasi, protagonista di un episodio spiacevole al termine della gara.
Trieste è una squadra che la butta sempre sul lato fisico, ma forse con un arbitraggio meno permissivo stasera sarebbe potuta andare in modo diverso.
“È stata una partita maschia, ma decisamente corretta e per questo vorrei fare un plauso a Trieste. Spesso si trovano arbitraggi di questo genere, ma quello che forse ha fatto più arrabbiare stasera non è tanto la sostanza ma la forma. Al di là delle fischiate più o meno sbagliate sono stati più i tanti tecnici e richiami che hanno condizionato di più. Noi siamo stati meno lucidi delle altre volte e qualcuno dei giocatori era sottotono, mentre Trieste ha giocato una buonissima pallacanestro”.
A fine partita abbiamo visto tutti che ha avuto da discutere con Ghiacci (general manager avversario, ndr.), cosa vi siete detti?
“Queste cose fanno parte del gioco e rimangono tra di noi. Se avremo occasione di incontrarci nuovamente finiremo questa discussione (ride, ndr.). Anche tra i giocatori in campo spesso succedono queste cose, tutte dettate dalla passione per questo gioco. Nient’altro”.
Realistico parlare ancora di playoff?
“Secondo me sì. Da tifoso ti dico che personalmente continuerei a sperarci, finché la matematica non ci condanna la corsa è ancora aperta. È molto dura, ma dobbiamo continuare a provarci”.