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All’indomani della seconda festa in due giorni e dell’annuncio del rinnovo di contratto, Leonardo Semplici è intervenuto con un collegamento telefonico in diretta all’interno di “Che Centrattacco!”, il programma sportivo di Radio Sound curato in collaborazione con LoSpallino.com. Ecco i passaggi principali della sua chiacchierata con i conduttori Alessio Duatti e Alessandro Orlandin.

I POSTUMI DELLA FESTA
“Abbiamo festeggiato per quasi 48 ore, sono stati momenti bellissimi di condivisione con tutta la nostra gente. Ieri sera sembrava ci fosse tutta Ferrara in piazza. E’ stata una serata ancora più bella rispetto a quella dell’anno scorso, anche se sembra quasi impossibile che potesse essere passato così poco tempo e aver guadagnato una categoria che sembrava inarrivabile”.

IL RINNOVO DI CONTRATTO
“Dico la verità, qualche prospettiva diversa c’era, ma un allenatore deve fare certe considerazioni. Qui ho trovato una società seria e che mi ha permesso di attuare le mie idee, per costruire qualcosa che potesse durare nel tempo. Ho trovato grande forza, disponibilità e rispetto dei ruoli. Andare da altre parti tante per andare non ha senso. A Ferrara sto bene e negli anni mi sono legato alla città e ai suoi colori perché mi sta dando grande soddisfazioni. Per cui era giusto provare a continuare questa avventura insieme, poi vedremo i risultati che arriveranno da questo matrimonio”.

L’IMPORTANZA DELLO STAFF
“Ho uno staff veramente all’avanguardia, tanti dei meriti vanno dati a loro. Io sono il volto conosciuto, ma loro sono importantissimi per me e la squadra, perché c’è un confronto continuo tra di noi. Qualunque scelta spetta a me, ma sotto c’è una discussione che porta sempre a migliorarsi. Siamo tutti partiti dal basso e attraverso la passione e la dedizione possiamo portare a casa dei risultati. Poi alcune volte facciamo bene e altre no, sbagliano quelli bravi, figuriamoci noi”.

LA LISTA DELLA SPESA PER IL MERCATO
“Onestamente in questo ultimo periodo abbiamo accantonato ogni discorso, compreso quello del mio contratto, perché non potevamo disperdere energie positive in altre cose. Prima di arrivare all’obiettivo non abbiamo parlato di niente. Al momento giusto ci siederemo attorno a un tavolo per capire qual è il nostro budget e provare a fare un’altra impresa. La serie A è differente, quest’anno avevamo il diciottesimo monte stipendi della B: dettaglio che può contare o no, ma quando si va a confrontarsi con realtà dotate di budget e strutture consolidate il margine di errore si abbassa tantissimo. Lo dimostra la storia delle neopromosse degli ultimi anni: bisogna provare a sbagliare il meno possibile per raggiungere la salvezza”.

LA PARTITA DEI SOGNI
“Saranno tante… farà sicuramente effetto entrare a San Siro, allo Stadium, all’Olimpico e al San Paolo… però la partita più emozionante per me sarà senz’altro al Franchi perché sicuramente giocare nella propria città da avversario è un’esperienza particolare”.

UN PRONOSTICO PER IL DEBUTTO
“Credo che finiremo col giocare subito con la Juve, il Milan, la Roma o il Napoli perché le piccole in genere iniziano sempre così. Come tanti, anch’io da due giorni dormo pochissimo e ogni volta in cui mi sveglio mi chiedo se ho sognato o se è successo davvero. Non ci rendiamo conto di quello che abbiamo fatto perché abbiamo riscritto la storia della SPAL. Altre squadre hanno fatto il doppio salto, ma la forza di questa società e di questa squadra rappresentano qualcosa di unico. Si è creato un equilibrio tutto particolare e solo così si poteva aspirare a fare qualcosa in più della salvezza. A inizio stagione ci davano per retrocessi… essere qui a parlare di vittoria è una cosa impensabile. Abbiamo avverato un sogno e sapete meglio di me quanto è difficile, perché quasi sempre i sogni svaniscono rimanendo tali”.

L’IMPORTANZA DELL’ADATTAMENTO IN CATEGORIA
“Nelle ultime stagioni abbiamo visto diversi esempi di quanto sia necessario darsi del tempo per prendere le misure. Ricordo il Sassuolo al primo anno, che richiamò Di Francesco dopo l’esonero e conquistò la salvezza comodamente. L’anno scorso il Carpi ha esonerato Castori per poi richiamarlo e ha mancato la salvezza di un solo punto. Ora stiamo vedendo l’esempio del Crotone: pur perdendo tante partite all’inizio ha creduto nel lavoro dell’allenatore e ora sta pagando. Potrebbero anche riuscire a salvarsi. E’ un dato di fatto: le squadre che arrivano dalla B spesso devono abituarsi a perdere tante partite perché la qualità è differente. Dico questo non per difendere la categoria, ma per far capire quanto è importante credere per davvero nel progetto. Se da parte di tutti noi ci sarà la consapevolezza di poter soffrire tutti insieme, potremo portare a casa qualcosa di straordinario come la salvezza in serie A. Ora è tutto bello, ma poi quando si inizierà a perdere tre o quattro partite di fila sappiamo tutti le chiacchiere che si inizieranno a fare. Dovremo stare tutti belli compatti. Ma è comunque presto per pensarci. Ora godiamoci il momento”.