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Sarà per scaramanzia o sarà per iniziare una tradizione, fa poca importanza: anche quest’anno, come nell’estate 2016Davide Vagnati ha deciso di garantire un’intervista esclusiva pubblicata via Facebook ad Enrico Testa, l’attuale caporedattore centrale di Rai Sport. Una chiacchierata lunga, approfondita, a tratti molto informale, in cui il ds biancazzurro racconta il momento in casa SPAL e fa molte considerazioni interessanti. Nel link il post integrale, di seguito alcuni estratti significativi.

Allora. E’ passato un anno incredibile ma siamo ancora qui a parlare degli stessi argomenti. Due parole: salvezza e miracolo.
“Il pensiero di chiunque è sempre rispettabile ma noi sappiamo che una salvezza in A vale più della vittoria l’anno scorso. La differenza tecnica, psicologica, ambientale e amministrativa è clamorosa, la disparità è enorme. Le squadre neopromosse hanno un budget nettamente inferiore. Tutti questi sono dati di fatto che però ci devono far crescere le motivazioni con un unico obiettivo: vendere cara pelle. Ovunque e con chiunque”.

Credo che una salvezza all’ultimo minuto dell’ultima giornata sarebbe una delle principali imprese mai realizzate in più di cento anni di calcio a Ferrara.
“Te l’ho già detto. La salvezza è più difficile della vittoria del campionato in B. Un pregio che ho è l’equilibrio: dobbiamo capire che cosa possiamo fare e chi siamo. Ho la brutta abitudine di leggere i giornali e i vari social perché credo sia giusto conoscere tutto. Ho letto post sul fatto di abbassare abbonamenti anche a costo di comprare un attaccante in meno e ora tutti vogliono un attaccante in più, scrivono che serve un altro centrocampista… Siamo la Spal, abbiamo un budget inferiore a tutti, anche rispetto al Benevento che ha già speso dieci milioni. Noi dobbiamo salvarci anche all’ultimo secondo, ci crediamo tutti. Abbiamo una città intera che ci spinge ma non dobbiamo farci prendere dall’ansia quando arriveranno delle sconfitte… vedi l’inizio dello scorso campionato. Dobbiamo essere maturi: non detteremo legge come abbiamo fatto spesso in Lega Pro ma anche in B ma dobbiamo stare tranquilli e sereni. Tutti! Così ci si salva”.

La solidità del club viene persino prima della salvezza. Mi spiego. Se compri ics giocatori che ti garantiscono di non retrocedere e ti incastri in contratti pluriennali, se poi non ti salvi rischi di saltare per aria. Come si fa a coniugare il futuro con il presente?
“Hai ragione, ed è una cosa che non farei mai… Sono aziendalista vero, a volte freno persino io le aspettative del Pres che è l’anima di questa società e vorrebbe prendere Neymar. Gli dico: Pres prendo chi vuole ma occhio al bilancio. Non calco la mano, sarebbe un errore gravissimo. Questo lo dice la storia della mia piccola carriera. Non metterò mai in pericolo la stabilità club. In A non è facile perché va coniugato l’aspetto tecnico e altre mille sfumature ma con lo sguardo rivolto al futuro, non solamente a oggi. Se fai contratti pluriennali in un certo modo poi rischi”.

Che cosa e quanto manca per completare la rosa?
“Mancano alcune uscite perché per questioni di regolamento e liste abbiamo troppi over. Se poi dovesse esserci l’opportunità dobbiamo essere in grado di poter fare delle operazioni ma dobbiamo appunto avere dei posti liberi. Negli ultimi giorni di mercato potrebbero esserci delle opportunità, vediamo… Comunque è stato fatto tanto e visto che crediamo molto nel nostro staff tecnico siamo molto soddisfatti di essere riusciti a mettere loro a disposizione tanti giocatori così presto. E’ una cosa che non sottovaluterei”.

Finora sono stati associati alla Spal qualcosa come duecentocinquanta nomi di giocatori. Tra questi Pavoletti e Babacar. Succede da sempre ma così si rischia di illudere la gente…
“E’ vero! Se vogliamo parlare di quanto costano questi giocatori viene male e non sono ai Colombarini o al Presidente. Non siamo in grado di prendere certi giocatori perché non vogliamo fallire. Dobbiamo salvarci con le nostre risorse. Almeno per quest’anno parliamo di nomi, quelli che hai citato, con costi impossibili”.

Perché non si trova un main sponsor in serie A?
“Diciamo che a Ferrara non c’è nessuno – nonostante ci siano aziende importanti – che si è dimostrato interessato. Crivellaro, il responsabile del marketing, sta lavorando bene ma qui non serve uno sponsorino per le cose quotidiane… lo sponsor per la maglia è importante e serve di un certo livello. A me piacerebbe lo facessero, anche a rotazione, aziende di Ferrara perché la Spal in A è un bene di tutti. Però per ora la situazione è questa. Posso dire che è una bella idea la mia? Fammi lanciare un appello alle aziende locali. Una, due, tre partite a testa e il tornaconto è per tutti”.