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Categoria che vai, usanze che trovi. Si può storpiare un vecchio adagio per spiegare come l’approdo della serie A della SPAL finisca inevitabilmente col cambiare anche il mestiere di chi finora l’ha seguita quotidianamente. Tra le novità che finora hanno un impatto signifcativo c’è l’accordo che la SPAL ha sottoscritto con Infront Sports & Media a partire dallo scorso 26 luglio.

Come ha spiegato la società con una nota ufficiale inviata a tutte le redazioni: “Tutte le immagini video relative al club biancazzurro, dagli allenamenti alle conferenze stampa, dagli eventi alle interviste, escluse le gare di campionato di competenza della Lega Calcio Serie A, saranno gestite da Infront, che darà la possibilità alle testate giornalistiche di usufruirne previo accordo con la medesima Infront“.

Tradotto: niente più video in occasione di qualunque tipo di evento correlato alla SPAL, né dirette via social a meno di pagare costosi diritti al colosso mondiale con sede in Svizzera. Diritti che una piccola testata indipendente come LoSpallino.com ovviamente non può permettersi neanche lontanamente.
Le tv locali invece, come Telestense, possono usufruire di un permesso che prevede la possibilità di poter avere immagini di conferenze stampa o realizzare interviste per diffonderle sui propri canali digitali televisivi.

Il massimo concesso a chi opera sul web è la possibilità di utilizzare “brevi estratti (realizzati dalla stessa SPAL) da inserire sui social per rimandare all’appuntamento televisivo con l’intera conferenza o intervista“. Sfortunatamente così funziona il calcio ad alti livelli, dove gli interessi in gioco sono enormi, e multinazionali e grandi network dettano l’agenda. Con buona pace di chi non fa parte del circolo o ha budget a cinque zeri.