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Quanto può essere salutare una vittoria e quanto può cambiare il corso di un’intero campionato? Non siamo in possesso della palla di vetro per prevedere il futuro, ma sicuramente qualcosa si è mosso in casa SPAL dopo l’1-0 al Genoa, o forse ancora prima, nel momento in cui Paloschi ha gonfiato la rete dell’Allianz Stadium di Torino. Sono questi gli episodi che hanno permesso alla squadra di Semplici di mettere benzina nel serbatoio ed ora la posizione dei biancazzurri, sedicesimi a 8 punti in classifica e con tre dirette rivali dietro (tutte in striscia negativa) ad inseguire, è sicuramente più rassicurante.

In teoria ora arriva anche il calendario a dare una mano alla SPAL. Infatti, dopo essersi liberati di tutti i confronti proibitivi con le big (manca solo la Roma, trasferta programmata per il 1 dicembre), gli estensi apriranno un ciclo che li vedrà affrontare prevalentemente formazioni di metà classifica, più o meno solide, ma sicuramente più abbordabili, alle quali si può pensare anche di rubare qualche punto, come insegna la vittoria del Crotone sulla Fiorentina nell’ultimo turno di campionato. E’ in questo frangente che la SPAL dovrà dimostrare di essersi messa alle spalle un inizio di stagione prevedibilmente difficile, a partire da domenica, quando all’Atleti Azzurri d’Italia farà visita all’Atalanta formato europeo. Non è un mistero che le squadre impegnate in Europa possano incappare in qualche passaggio a vuoto e la SPAL dovrà essere brava a farsi trovare pronta al colpaccio, perché, dati alla mano, è dagli scontri con le provinciali che potrebbero arrivare i punti salvezza.

Infatti, sembra che la SPAL abbia superato la sindrome da scontro diretto che l’aveva vista perdere in più di un’occasione nelle stagioni passate. Maceratese, Pisa, Frosinone ed Hellas Verona sono solo lontani ricordi, perché contro Udinese, Crotone e Genoa sono arrivati 7 punti dei 15 messi in palio nei cinque scontri diretti disputati finora. Le sconfitte casalinghe con Cagliari e Sassuolo bruciano, ma fanno parte di un percorso di crescita che andava messo in preventivo, sommandolo inoltre allo scoramento per aver mancato l’appuntamento con la vittoria per ben otto turni. Però ora inizia il bello e con quasi tutte le big momentaneamente salutate, è altrove che la SPAL può costruire la sua salvezza, ovvero dove nessuno finora ha saputo pungere. Soltanto l’Udinese è riuscita a mettersi in tasca (6) punti pesanti fuori dagli scontri diretti, infatti non è un caso che i friulani viaggino a distanza di sicurezza dalla zona rossa. Per il resto, c’è da mettersi le mani nei capelli: suddividendo ipoteticamente le partecipanti alla Serie A in tre fasce (Alta: Napoli, Inter, Juventus, Roma, Lazio, Milan; Media: Sampdoria, Fiorentina, Atalanta, Chievo, Torino, Bologna; Bassa: Udinese, Cagliari, Crotone, SPAL, Sassuolo, Hellas Verona, Genoa, Benevento), le squadre di fascia bassa hanno messo insieme la miseria di due punti contro squadre di fascia alta (su 93 disponibili!), e uno di questi è arrivato proprio grazie alla SPAL (0-0 con la Lazio alla prima giornata). Va leggermente meglio il bilancio totale contro squadre di fascia media, ma a parte i due successi dei friulani e l’exploit del Crotone sulla Fiorentina gli altri risultati sono piuttosto scadenti (14 punti su 81 in 27 partite), nonostante il cospicuo numero di match disputati (non dalla SPAL, che a metà classifica ha affrontato solo il Bologna nel derby).

Gli scontri diretti saranno importanti e per ora la SPAL il suo lavoro lo sta facendo, tenendosi dietro in questa particolare classifica Genoa, Benevento e Crotone che in proporzione hanno raccolto di meno. Ma per evitare duelli da dentro o fuori, i biancazzurri dovranno non solo migliorare il rendimento esterno, ma anche iniziare a sgraffignare punti contro le inquiline dei piani superiori. Certo, l’Atalanta è squadra rodata e ricca di talento, così come Chievo, Toro, Samp e Fiorentina, ma fare qualche risultato anche lontano dal Mazza permetterebbe di dare il meglio contro Hellas e Benevento in chiusura di girone d’andata.