Sono di due giovani ferraresi le mani che hanno realizzato due delle coreografie più spettacolari esibite in stagione dalla curva Ovest. Si chiamano Pietro ed Enrico (entrambi hanno chiesto di essere citati solo per nome), hanno poco più di vent’anni e vengono dalla scena della cosiddetta “street art”. Che per i profani può essere ridotta ai graffiti, ma sarebbe ingeneroso viste le tante sfaccettature di questa forma d’arte. I due, studenti all’Accademia di Belle Arti, hanno già una fama consolidata in città, ma ora inizieranno a sospettare di essere dei portafortuna per i colori biancazzurri. Perché non solo hanno curato la realizzazione di San Giorgio e il Drago (mostrata nel derby contro il Bologna), ma anche del telone con i simboli cittadini che adornò la curva in occasione di SPAL-Genoa. Le uniche due vittorie casalinghe da ottobre a oggi.
E pensare che Pietro ed Enrico neanche sono dei tifosi della SPAL. E’ proprio Pietro ad ammetterlo in una breve chiacchierata: “Non sono un appassionato di calcio e quindi non ho mai seguito la SPAL, ma ho tanti amici che lo fanno. Più o meno un anno fa venni contattato dai ragazzi della curva per realizzare un telone (quello col volto di Lillo, esposto durante SPAL-Perugia) e da lì la collaborazione è andata avanti tramite altri lavori. In questa stagione abbiamo realizzato quella con Savonarola, Castello e Duomo e appunto San Giorgio e il Drago. Il procedimento è semplice: i ragazzi propongono un’idea, noi ci lavoriamo facendo un progetto e poi se piace ci mettiamo al lavoro. In questo caso si è resa necessaria un po’ di ricerca storica e iconografica che si è conclusa con la scelta del dipinto di Paolo Uccello (ne abbiamo parlato qui). La tecnica usata è quella spray e ha richiesto diversi giorni di lavoro, con i teloni stesi a terra. In totale credo avremo impiegato una ventina di ore per realizzare il tutto. Ovviamente non è un lavoro che abbiamo portato avanti da soli: i ragazzi della curva ci hanno aiutato, contribuendo a colorare i teli una volta tracciato il disegno. Posso garantire che è stata una discreta fatica, perché siamo stati per ore piegati o accovacciati… alla fine sembrava di essere andati a raccogliere frutta in campagna (ride)”.
Fortunatamente, l’opera di Pietro ed Enrico durerà un po’ di più della frutta di stagione: “Sono rimasto colpito dal successo che hanno avuto queste coreografie. Dico la verità, era un campo a cui non avevo mai pensato, ma era solo per ignoranza personale. Ora i complimenti arrivano un po’ da tutti, non solo nel giro della famiglia e degli amici, ma anche da fuori. In questi giorni ho ricevuto messaggi da altri writer o da ultras di altre città. Alla fine ho anche usato la tematica degli striscioni per un esame di teoria dei mass media all’università, quindi anche il mio prof ora sa di questa cosa (ride)”.
Inevitabile quindi chiedersi quali altre coreografie possano bollire in pentola: “Non so che progetti abbiano i ragazzi per le prossime partite. Alla fine siamo diventati amici grazie a tutto il tempo che passiamo a lavorare assieme per realizzarli, quindi ci sentiamo molto spesso. Faccio anche fatica a dire quale sia la mia preferita delle due di quest’anno. Quella di San Giorgio è stata incredibile per il metodo che è stato usato. Ma quella precedente in blu sul bianco era di grande impatto, anche per le dimensioni che aveva (20×40 metri). L’importante è che si vedano bene e riescano a emozionare il pubblico. Peccato che Sky le inquadri davvero poco, non ci si rende conto di quanta gente è coinvolta e quante ore di lavoro ci siano dietro a spettacoli del genere”.