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Immaginate di essere sotto la pioggia da quasi due ore e di vedere, a cento metri di distanza, la vostra squadra beccarsi due rigori a sfavore mentre è in vantaggio. A questo aggiungeteci un’altra manciata di episodi discutibili, almeno sul momento. Sentirsi derubati sarebbe davvero il minimo. Non solo per chi è stato sugli spalti, ma anche per chi ha visto tutto da molto più vicino. Tipo Kurtic che giù in campo ha passato gli ultimi due minuti di recupero a sbracciare in segno di protesta.

A mente fredda e una volta all’asciutto però si può mettere tutto in prospettiva, aiutati anche dalle immagini televisive. A conti fatti l’arbitro Doveri ha deciso correttamente negli episodi in area di rigore, da una parte e dall’altra: Lazzari e Grassi hanno commesso due ingenuità, mentre il tocco di mano di Acerbi non c’è stato, così come non c’è stata trattenuta di Adjapong nel finale, se non dopo una prima scorrettezza dello stesso Grassi. Non vale neanche la recriminazione del tipo: “Doveva andare al VAR a rivedere l’azione“. Perché non funziona così: è il VAR che deve suggerire all’arbitro di andare a rivedere un episodio nel caso dal monitor venga evidenziata una scorrettezza sfuggita al direttore di gara.
Semmai all’arbitro romano si può rimproverare una direzione che ha innervosito entrambe le squadre e un po’ di tolleranza nei confronti di Ragusa, che non ha disdegnato di randellare Lazzari e probabilmente meritava di chiudere anticipatamente la sua partita. Insomma, prendersela con l’arbitro o con Squinzi e il suo potere potrebbe non essere il modo migliore per inquadrare la giornata dei biancazzurri.

Partiamo dalle cose positive: per la terza volta consecutiva la SPAL è passata in vantaggio (nona volta su ventotto partite) e ha allungato a 185 la striscia di minuti senza gol al passivo su azione. Due segnali da non sottovalutare, che danno l’idea dei progressi fatti nell’ultimo mese per quanto riguarda la tenuta difensiva e l’approccio iniziale alla partita. Pur non mostrando lo stesso furore agonistico di otto giorni prima, la SPAL ha messo in difficoltà il Sassuolo in avvio e ha meritato di sbloccare il risultato con un’altra perla della premiata ditta Schiattarella-Antenucci. I due si capiscono con lo sguardo, basta riguardare l’assist vincente di un anno fa contro il Trapani. Se poi vogliamo allargare il campo delle statistiche, la SPAL ha portato a casa nove punti nelle prime nove uscite del girone di ritorno, quando all’andata il fatturato si era fermato a cinque. Il problema è che anche la concorrenza va di fretta e questo ci porta inevitabilmente sul lato oscuro della giornata di domenica.

I risultati delle dirette concorrenti (Crotone, Hellas, ma anche Cagliari) dicono che la fame di punti sta rendendo sempre più agguerrita la lotta per la salvezza nel contesto di un campionato in cui, almeno finora, le provinciali hanno sempre faticato a strappare punti alle formazioni più attrezzate. Ci sono state lodevoli eccezioni, ma appunto sono state tali. Ora il vento sta cambiando e questo imporrà alla SPAL di avere maggior coraggio anche di fronte ad avversarie di rango. Così come servirà un po’ più di intraprendenza nelle situazioni equilibrate come quella del Mapei Stadium: nella ripresa i biancazzurri hanno faticato a pungere e hanno adottato un approccio decisamente più prudente, condizionati anche dal rocambolesco finale di primo tempo. Il doppio rigore sembra aver scosso una squadra che già in altre occasioni si era dimostrata abbastanza vulnerabile nella gestione del morale. Lo ha ammesso anche Semplici nel post-partita, evidenziando quando sarebbe importante per i suoi ragazzi rendersi… impermeabili a certe situazioni. Ossia rimanere concentrati e determinati, senza lasciarsi innervosire o frustrare dagli episodi, siano essi tecnici o arbitrali. Purtroppo per riuscire a farcela serve anche un po’ d’esperienza, che inevitabilmente fa difetto alla rosa biancazzurra in confronto a quella del Sassuolo. Saper governare le emozioni è una dote incredibilmente preziosa. Basterebbe chiedere al Tottenham – l’ultimo avversario della Juve in Europa – per avere conferma.

Sabato con i bianconeri inizierà una fase di calendario con salite ad alta pendenza che farà da preludio allo sprint finale degli scontri diretti (Chievo, Hellas, Benevento). In questo pezzo di strada la SPAL dovrà dimostrare di aver imparato la lezione di questo campionato e confermare le buone cose mostrate con Crotone, Bologna e in parte Sassuolo. Non le sarà certo chiesto di essere i giustizieri dei campioni d’Italia, ma quantomeno di poter contendere dei punti a squadre più forti. Con coraggio, intelligenza, spirito di squadra e orgoglio. Dovrà per forza di cose azzardare un po’ di più per uscire dal campo, a prescindere, senza recriminazioni di alcun tipo.