S’era detto alla vigilia che il Torino poteva essere squadra temibile sui calci piazzati e così alla fine è stato: il gol decisivo segnato N’Koulou è arrivato su azione di calcio d’angolo, punendo eccessivamente una SPAL che nel complesso si era ben comportata di fronte ad un avversario di caratura superiore.
Per la prima volta in stagione i biancazzurri hanno incassato un gol e nel post partita Francesco Vicari ha attributo la responsabilità per il gol subito ad una mancanza di attenzione e ad un errore di reparto. Vale la pena approfondire l’argomento.
Vediamo che, in occasione del calcio d’angolo in questione, la SPAL si dispone come usuale con una difesa a zona, costruendo il cosiddetto castello difensivo a protezione della porta difesa da Gomis.
Come si evince più chiaramente dal fotogramma successivo, questo castello prevede un giocatore all’altezza del primo palo, uno nella zona dell’area piccola antistante il primo palo, una linea di quattro con Fares posto davanti a quest’ultima col compito di controllare il centro dell’area di rigore. Concentriamo l’attenzione sugli ultimi due uomini della linea di quattro, vale a dire Cionek (4) e Djourou (3).
Al momento della battuta verso l’area da parte di Soriano, la difesa della SPAL è correttamente in movimento, con tutti i giocatori pronti ad attaccare la palla. Nella difesa a zona sui calci d’angolo, infatti, non ci sono giocatori disposti in marcatura a uomo, come nella difesa mista, ma tutti i componenti della squadra difendente sono disposti appunto a zona.
Questo significa che ogni giocatore è responsabile di una precisa zona. Per i giocatori disposti lungo una linea, la regola base è che ognuno di essi è responsabile della zona compresa fra se stessi e il giocatore che si trova di fronte ad essi. In pratica, è qualcosa di simile a quanto avviene nella pallavolo: la palla che cade alle spalle di un giocatore è responsabilità del giocatore che si trova alle spalle del compagno in questione. Se, quindi, la palla cade nello spazio fra il giocatore A ed il giocatore B, alle spalle di A, questa palla deve essere respinta dal giocatore B.
In questo caso, la palla non cade fra due giocatori ma cade nella zona a destra della linea difensiva. La regola generale è sempre valida, soltanto che ogni giocatore della linea deve muoversi verso destra per difendere lo spazio compreso fra sé e il resto dell’area.
I giocatori del Torino attaccano l’area: Belotti (9) è contrastato da Fares (93), ma il pallone calciato da Soriano è più lungo e cade nella zona dove si trovano Meité (23) e N’Koulou (33). L’errore difensivo collettivo cui accennava Vicari è commesso proprio dai due giocatori che si trovano nella zona dei due corazzieri granata, vale a dire Djourou e Cionek.
Il primo, Djourou, si ferma infatti nella zona vicino a Fares e non va incontro a N’Koulou mentre il secondo, Cionek, non legge bene la traiettoria della palla e va a contrastare Meité invece di occuparsi della palla che sta cadendo nella zona del difensore centrale del Torino, cioè nella zona alle spalle di Djourou e che era responsabilità del numero 4 della SPAL.
In conclusione, sembra come se i due giocatori ferraresi si siano fatti attrarre dall’uomo invece che rimanere concentrati sulla palla. Un errore nella lettura della situazione quindi, che è costato la partita alla squadra di Semplici.
Michele Tossani, classe 1978, analista tattico già collaboratore di realtà importanti come Rivista Undici e Il Napolista. Nel 2018 ha inaugurato il suo blog personale, La Gabbia di Orrico. Interviene anche su Radio Rosa Toscana e Italia7 ed è autore di libri, tra cui “L’altro Mago. Mourinho dopo Herrera” edito da Limina.