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Dopo il triplice fischio scende l’adrenalina ed aumenta la consapevolezza di quanto si è visto in campo: la Lazio ha travolto la SPAL, sia per meriti propri che per colpe altrui, e le difficoltà dei ferraresi sono aumentate a dismisura nell’arco dei novanta minuti. In sala stampa, mister Leonardo Semplici analizza il match con pacatezza: “Oggi si è visto il divario che esiste tra la Lazio e la SPAL. Sicuramente siamo stati bravi a limitarli fino al gol del 3-1, perché abbiamo fatto una buona gara per personalità, intensità e possesso palla, creando anche qualche situazione pericolosa. Purtroppo sotto l’aspetto morale è venuto a mancare qualcosa dopo il terzo gol e abbiamo concesso troppo anche per una squadra come la nostra. Nessuno dei nostri giocatori si è esaltato dopo la vittoria contro la Roma, non è questa la causa della sconfitta contro il Frosinone. La colpa per gli ultimi due risultati negativi non va scaricata su un reparto, dipende da come si interpretano le gare: loro sono stati più aggressivi in diversi casi, quindi dobbiamo essere più cattivi, sportivamente parlando, perché anche noi abbiamo giocatori fisici che possono permettere l’emergere di certi aspetti. Oggi le responsabilità sono di tutta la squadra, specialmente nel secondo gol, perché tutti potevano prestare più attenzione. Queste sconfitte fanno parte del nostro percorso e sapevamo che confermarci in serie A sarebbe stato più difficile che in passato. Sotto certi aspetti siamo cresciuti molto, in altri meno e ne siamo consapevoli: dobbiamo andare avanti senza pensieri negativi perché solo lavorando uniti e con fiducia possiamo raggiungere il nostro obiettivo. La Lazio ha valori importanti che fino ad un certo punto eravamo riusciti a limitare, ma la determinazione deve durare per novanta minuti, deve entrare nella testa dei calciatori”.

Il tecnico giustifica poi il cambio di centrali durante l’intervallo: “Ho scelto di sostituire Bonifazi con Cionek perché Kevin non stava benissimo, non per scelta tecnica o tattica”. Un’altra questione affrontata è la staffetta tra i portieri: “Parliamo di un ruolo particolare, ma io ho undici titolari, scelgo chi gioca in base al momento ed alle condizioni ed ogni tanto qualcuno deve accettare di stare in panchina. Se ogni tanto do un turno di riposo ad uno piuttosto che ad un altro non vedo problematiche, se poi se le fanno loro mi dispiace”.