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Stavolta è più dura del solito. Indovinare la formazione che verrà scelta da Leonardo Semplici per la sfida contro il Napoli somiglia ad un’impresa di notevole portata e chi ci riuscirà evidentemente avrà avuto occhio lungo, fortuna o solidissime sponde in via Copparo. Una non non esclude l’altra, è chiaro. Ad ogni modo, le indicazioni offerte alla vigilia dal tecnico biancazzurro non hanno affatto contribuito a diradare i dubbi tra i cronisti. Anzi, semmai li ha accentuati.
Mister, si va ad affrontare un osso tra i più duri: con quale obiettivo?
“Con quello di dare continuità a risultati e prestazioni. Affronteremo la seconda forza del campionato, una squadra che ha tutto: qualità, fisicità, esperienza. E un allenatore bravissimo. Ne avevano uno altrettanto bravo e hanno mantenuto alto il livello. Ancelotti ha saputo proseguire il lavoro pur portando idee nuove. Hanno armi sia nel gioco, sia nelle qualità individuali e quindi a noi servirà una grande prestazione per fare risultato. La condizione fisica è buona, quella mentale sta crescendo: penso che i ragazzi siano pronti per fare bene. Il gruppo sta crescendo ed è sempre più consapevole del cammino che c’è da fare da qui al termine del girone d’andata”.
Giocherete tre partite in una settimana: a Napoli vedremo un turnover massiccio?
“No, massiccio no, però qualche situazione da valutare c’è. Missiroli non sarà convocato per via dell’infortunio alla coscia e abbiamo anche due diffidati (Kurtic e Petagna, ndr). Cercheremo di valutare bene tutto per essere sempre in formazione adeguata in tutte e tre le partite”.
Ci dobbiamo aspettare novità soprattutto in attacco, magari con Floccari dal primo minuto?
“Stiamo valutando in tutti i reparti, perché anche Sergio bisogna dosarlo: tre partite di fila non se le può permettere. Non possiamo spendere troppo e rischiare di non avere un livello adeguato mercoledì. Quindi qualche cambio ci sarà”.
Lazzari fa parte dei giocatori in dubbio?
“Manuel ha avuto l’influenza ma sta bene. Chiaro che ha sempre giocato, Coppa Italia a parte, e bisogna valutare anche lui. Ma al di là del singolo tutto il gruppo sta crescendo ed è consapevole di tutto quello che c’è da migliorare, per cui devo dare spazio a chi lo sta meritando”.
C’è qualche possibilità di vedere Valdifiori schierato contro la sua ex squadra?
“Può essere, nulla vieta di riproporre la soluzione che avevamo scelto col Cagliari, spostando Schiattarella di nuovo nel ruolo di mezzala. In quella partita andammo bene, ma è anche vero che giocavamo in casa. Con Kurtic in diffida dovremo analizzare al meglio le nostre possibilità per far sì che la squadra si esprima al meglio. Soprattutto, e qui faccio un discorso generale, vorrei evitare venissero prese ammonizioni per proteste o altre cose del genere”.
Djourou a che punto è? Potrebbe rientrare nel giro dei titolari.
“Si è sempre allenato ultimamente, quindi sì, potrebbe essere della partita”.
Possiamo almeno tracciare tre-quattro punti fermi attorno ai quali ipotizzare una formazione?
“(Sorride) Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea… quelli sono i punti fermi. A parte gli scherzi: sapete quali sono i nostri punti fermi, il resto lo scoprirete domani”.

Alla cena di Natale di mercoledì il presidente Mattioli ha parlato di un patto interno per girare a quota 20 al termine del girone d’andata. Considerato che nelle prossime tre partite affronterete due avversarie di vertice, l’aspettativa di quattro punti non rischia di creare delle pressioni alla squadra?
“No, perché noi ne vogliamo fare nove, quindi nessuna pressione. Giustamente il presidente esprime le sue aspettative, ma in questo momento non stiamo lì a dirci che vogliamo questo o quello: prepariamo le partite per ottenere sempre il massimo, senza calcoli. Poi se il nostro massimo equivarrà a uno, tre, cinque o nove ce lo dirà il campo, come al solito”.

La sensazione è che una pausa ora, anziché tra dieci giorni, avrebbe fatto bene alla squadra sotto il profilo psicofisico, per recuperare un po’ di energie.
“No, perché? La squadra sta bene ed è preparata per farcela senza affanni”.

Detto questo, come giudica questa scelta di giocare nel pieno delle feste natalizie, posticipando la pausa a gennaio?
“Da credente la vivo in maniera particolare, perché a me il Natale piace passarlo in famiglia e dedicarmi al calcio in altre situazioni. Ma d’altra parte il mestiere che faccio è subordinato a tante altre cose: le tv richiedono che si giochi e tutti ci adeguiamo, siamo professionisti ed è così che vanno le cose”.

Il fatto che la Lega abbia deciso di riportare il mercato alla chiusura di sempre (31 gennaio) non rischia di complicare la vita agli allenatori? Con la chiusura anticipata almeno si sarebbe evitato di giocare con i giocatori coinvolti in trattative.
“Anche in questo caso vale il discorso fatto prima: facciamo parte di un sistema e l’adeguamento è stato richiesto dalla necessità di allinearsi agli altri stati europei che ancora chiudono il mercato il 31 gennaio. Più che per gli allenatori il problema mi pare ci sia per i giocatori, soprattutto per quelli che avranno dei pensieri rispetto al mercato. L’importante, a prescindere dalle date, è avere le idee chiare su quello che vogliamo fare e credo che le abbiamo”.