Questa settimana abbiamo intervistato per voi la guardia biancazzurra Gabriele Spizzichini. Ma chi è questo ragazzo? Atleta romano di nascita, classe 1992, cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna, si è poi trasferito in prestito nel campionato DNA dapprima alla Virtus Siena e in seguito è approdato alla Pallacanestro Ferrara 2011 con cui sta per cominciare la seconda stagione consecutiva. Giocatore molto versatile (può essere schierato come playmaker, guardia o addirittura ala piccola), Gabriele è un grande penetratore, con tanti punti nelle mani, ma è la difesa il suo cavallo di battaglia, infatti è un atleta in grado di difendere contro giocatori più alti e fisici di lui.
A meno di 4 giorni dall’inizio del campionato, come ti senti? Ti sei posto qualche obiettivo personale da raggiungere?
“Niente di particolare, adesso la priorità è andare bene a livello di squadra. Io devo cercare di migliorarmi in palestra giorno per giorno, senza pensare ai risultati; se poi giocherò bene anche in campionato, ben venga (ride). Comunque, la cosa più importante è mettere tutto quello che posso al servizio del gruppo”.
Tu sei uno dei tre giocatori confermati dall’anno scorso (insieme a Ferri e Benfatto, ndr), come sono i nuovi arrivati? Avete formato un bel gruppo?
“I ragazzi arrivati quest’anno sono delle persone super, già dai primi allenamenti si è formato un bel gruppo sia dentro che fuori dal campo. Il fatto, poi, che ci fossero già alcune conoscenze pregresse tra i giocatori, ho ritrovato Bottioni con cui ho condiviso anni di settore giovanile a Bologna, ha sicuramente aiutato alla formazione di un gruppo coeso e con tanta voglia di migliorarsi. Con gli americani è stato un po’ difficile all’inizio (entrambi sono alla loro prima esperienza fuori dagli USA), ma adesso si stanno ambientando”.
A proposito degli americani, questa è la tua prima vera esperienza da protagonista a fianco di giocatori oltreoceano, tralasciando le tue poche apparizioni da aggregato in Serie A con la Virtus. Hai trovato sostanziali differenze a livello di gioco tra loro e voi italiani?
“Sicuramente sì, nel loro paese hanno una pallacanestro giocata molto più sul piano fisico che sulla tecnica pura, come invece accade in Europa. Adesso sta a loro adattarsi al ‘nostro’ modo di giocare, a tutte quelle questioni tecniche a cui loro non sono abituati, ma che diventano fondamentali nel basket del vecchio continente”.
Parlando del precampionato, chiuso con un record positivo di 5 vittorie e 3 sconfitte, quali sono le tue impressioni? Cosa è andato e cosa, invece, meno?
“Secondo il mio punto di vista il precampionato conta relativamente, bisogna imparare a conoscersi e a stare in campo insieme, non è di certo un indice attendibile per l’andamento della stagione. E’ normale che possa accadere qualche incomprensione, qualche litigio, una parola di troppo, comunque sei con gente che non conosci, che non sa come ti muovi. Tutte cose che, fortunatamente, si risolvono con il tempo”.
L’anno scorso è stata una stagione piuttosto travagliata (prima parte di campionato semi disastrosa, cambio di allenatore e vittoria ai playout), pensi che quest’anno, con le nuove regole in fatto di roster, il livello sia molto più alto rispetto a prima?
“Penso che livello sia sempre quello, magari con l’aggiunta degli americani sarà tutto un po’ più fisico. Sicuramente gli stranieri, in alcune squadre, possono fare da ago della bilancia, sia in senso positivo, sia, in alcuni casi, in senso negativo. Comunque è un nuovo format tutto da scoprire, anche perché, tralasciando gli italiani con cui chi più chi meno abbiamo tutti avuto a che fare, non sappiamo a cosa andiamo incontro per quanto riguarda gli stranieri, molti degli americani sono appena usciti dal college”.
Cosa ci puoi dire riguardo a Lucca, vostra avversaria nel debutto di domenica? Li avete già incontrati la stagione scorsa, perdendo in entrambe le occasioni.
“Loro hanno dei buonissimi giocatori italiani, alcuni già incontrati nella stagione passata, Parente su tutti, altri arrivati quest’anno. Hanno fatto degli innesti di grande rilevanza, Santarossa e Valenti, due giocatori che porteranno una grande dose di esperienza ma che toglieranno sicuramente qualcosa sul piano dell’atletismo. Una nota per noi positiva è l’infortunio di Bersanti, giocatore molto tignoso e idolo del pubblico lucchese. Gli americani non li conosco, ma rimangono comunque una grande squadra, capace di fare bene”.
Concludendo, un tuo pronostico per la stagione?
“Bisogna essere positivi, siamo un ottima squadra, ci sono dieci giocatori che possono benissimo stare in campo e ognuno dovrà cercare di capire e accettare le decisioni del coach in fatto di minutaggio. Starà a noi fare di questa peculiarità il nostro punto di forza, senza cadere in inutili egoismi e cercando di giocare con i compagni”.