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L’arrivo di Federico Di Francesco (1994) alla SPAL conferma in maniera abbastanza inequivocabile la volontà di costruire una rosa più duttile rispetto al passato, con giocatori in grado di ricoprire diversi ruoli e interpretare sistemi di gioco differenti tra di loro.

Di Francesco, appunto, non è un giocatore facile da incasellare: nato come esterno d’attacco che calcia di destro e sa cavarsela bene anche col mancino, nel corso della sua carriera ha dimostrato di saper svariare su tutto il fronte offensivo, partendo dalla trequarti di campo, spesso e volentieri dal fronte sinistro. Occasionalmente è stato schierato anche da esterno destro in un centrocampo a cinque, ma l’esperimento – tentato da Roberto Donadoni nel suo secondo anno a Bologna – non ha portato a grandi risultati. L’attitudine offensiva di Di Francesco è più pronunciata rispetto a quella dell’altro nuovo acquisto Marco D’Alessandro, per cui non è così scontato che Semplici intenda lavorare ad un adattamento forzato nel suo tradizionale 352. Più probabile invece che venga utilizzato come jolly d’attacco – in un 433 o in un 4231 – grazie alle sue doti di rapidità, intuito, dribbling e opportunismo.

[le zone di campo più calpestate da Di Francesco nelle ultime 4 stagioni – via WyScout]
D’altra parte gli 8 gol che Di Francesco segnò nella sua miglior stagione, quella di serie B 2015-2016 col Lanciano, raccontano di un giocatore in grado di inquadrare la porta e di mettere la sua velocità di pensiero al servizio della squadra, soprattutto negli ultimi sedici metri. Non a caso nell’estate del 2016 il Bologna decise di investire un milione e mezzo per portarlo alla corte di Donadoni. Lì Di Francesco è stato schierato prevalentemente come attaccante di destra in un sistema di gioco 433, per un totale di 11 apparizioni da titolare e 13 da subentrante, con 4 gol.

 

[un gol di Di Francesco nella stagione 2016-2017: saggio d’opportunismo d’area]

Nella stagione successiva Di Francesco ha goduto di maggior fiducia da parte del tecnico del Bologna: 20 partite da titolare, 4 da subentrante ma un solo gol, nella prima di campionato contro la Roma. Con una sostanziale differenza: la partenza dal lato opposto del campo, quello sinistro, terreno di caccia naturale fin dagli inizi della sua carriera. In mezzo la parentesi da esterno destro nel 352 introdotto a stagione in corso da Donadoni.

[l’unico gol di Di Francesco nella stagione 2017-2018: di sinistro fatto da un destro naturale] 

Nell’estate 2018 Di Francesco è stato scambiato con Diego Falcinelli del Sassuolo. Alle dipendenze di un allenatore tatticamente poliedrico come De Zerbi, ha trovato spazio come attaccante sinistro nel 343, adattandosi occasionalmente come esterno di centrocampo nella linea a quattro. In neroverde ha vissuto una stagione a due facce: 12 presenze da titolare nel girone d’andata, appena 2 in quello di ritorno a causa soprattutto della concorrenza con l’emergente Boga.

via Gfycat

 

[un gol di Di Francesco col Sassuolo, che dimostra la sua capacità di tagliare verso il centro dell’area per chiudere l’azione]

 

Sarà senz’altro interessante scoprire come Semplici intenderà utilizzare Di Francesco una volta che l’organico sarà al completo. Allo stato attuale un suo adattamento da “quinto” di centrocampo ha l’aria di poter essere un discreto azzardo, principalmente a causa delle caratteristiche del giocatore. Di Francesco fino ha dimostrato di essere poco incline alla copertura e al gioco aereo (malgrado non sia basso con i suoi 178cm di statura) e molto più a suo agio nell’uno contro uno (4.49 dribbling a partita nel 2018-2019) e nella creazione di occasioni da gol (2 tiri di media a partita, 39% nello specchio della porta).