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Un’altra interminabile sessione invernale di calciomercato è andata in archivio. Al netto degli ingaggi di giocatori svincolati, le rose che andranno ad affrontare il girone di ritorno della Serie A 2019/2020 sono da considerare definitive. Di spostamenti ce ne sono stati parecchi: del resto chi annaspa nei bassifondi ha provato a mettere pezze qua e là per rimediare a errori commessi in estate o per colmare qualche defezione di organico, così da tentare una risalita che porti alla permanenza in categoria.

Cerchiamo di tirare le somme dando uno sguardo ragionato alle squadre che lottano per la salvezza in un raggio d’azione a portata della SPALper vedere come si presentano ai nastri di partenza del rush finale.

Sassuolo (23 punti, +8 sulla SPAL)

  • Acquisti principali: Haraslin (a, Lechia Gdansk), Magnani (d, Brescia, fp), Emiliano Gomez (a, Boston River).
  • Cessioni principali: Mazzitelli (c, Virtus Entella); Duncan (c, Fiorentina).

Il Sassuolo naviga in acque abbastanza tranquille, non a caso è una delle realtà che ha fatto meno operazioni in assoluto in Serie A. Vista la posizione in classifica non è difficile che stiano pensando di affrontare il girone di ritorno come un periodo di transizione verso la prossima stagione, e un nuovo ciclo considerato il vuoto lasciato dal compianto presidente Squinzi. Carnevali ha puntato forte su Caprari, pallino del tecnico De Zerbi, ma alla fine in volata l’ha spuntata il Parma, e ha virato su Haraslin (1996), che sicuro avrà bisogno di un periodo di rodaggio. Sul fronte acquisti è tutto (o niente, dipende dai punti di vista). Il ritorno a casa base di Magnani non fa certo scalpore, considerato il suo rendimento a Brescia. Capitolo uscite: la partenza di Duncan (1993) verso Firenze è un’eccezione al mantra ‘i pezzi pregiati non si vendono a gennaio’ ma è una decisione comprensibile: nello scacchiere tattico di De Zerbi trovava poco spazio e oltretutto non ha mai nascosto di avere voglia di nuove esperienze.

Sampdoria (20 punti, +5 sulla SPAL)

  • Acquisti principali: Tonelli (d, Napoli), Askildsen (c, Stabæk Fotball), Yoshida (d, Southampton), La Gumina (a, Empoli).
  • Cessioni principali: Murillo (d, Celta Vigo), Caprari (a, Parma), Regini (d, Parma).

I tormenti societari della Sampdoria non si sono attenuati, e continuando a farsi sentire  hanno avuto ripercussioni anche sulla finestra invernale di mercato, oltre che sui risultati sul campo. La riparazione non sembra aver dato a sir Claudio Ranieri quel quid in più che possa garantire ulteriori certezze. “Se dovesse andar via Caprari deve arrivare uno più forte, io sono contento dei miei quattro attaccanti” – invocava il mister non più di due settimane fa nel post-partita della sfida contro la Lazio. Ecco: non è andata proprio così. Caprari (1993) è andato al Parma, ed è stato rimpiazzato da La Gumina (1996), arrivato a Genova in prestito biennale con obbligo di riscatto. Ma sulla carta è un passo indietro, sia in termini di esperienza che di livello tecnico: il giovane palermitano deve ancora dimostrare di poter dire la sua in serie A. Sistemata, invece, la difesa con il ritorno di Tonelli (1990) dal Napoli (prestito con obbligo di riscatto) e Yoshida (1988, acquistato a titolo definitivo), esperto difensore centrale del Southampton in scadenza di contratto. Potenzialmente può essere un bel colpo. Sorridono le casse dunque, un po’ meno mister Ranieri.

Lecce (16 punti, +1 sulla SPAL)

  • Acquisti principali: Deiola (c, Cagliari), G. Donati (d, svincolato), Saponara (c, Genoa), Barak (c, Udinese), Paz (d, Bologna).
  • Cessioni principali: Tabanelli (c, Frosinone), Gallo (d, Virtus Francavilla), La Mantia (a, Empoli), Fiamozzi (d, Empoli), Benzar (d, Perugia), Bleve (p, Catanzaro), Tsonev (c, Monopoli).

La sensazione – che trova riscontro dalle conferme che arrivano dagli addetti ai lavori salentini – è che il Lecce nella sessione invernale abbia avuto gli stessi problemi riscontrati nella campagna acquisti estiva: una forte concorrenza da parte delle dirette concorrenti alla salvezza, difficile da superare, e trattative portate avanti troppo per le lunghe senza cavare un ragno dal buco. Infatti il ds Meluso non è riuscito a centrare l’obiettivo principale: mettere a disposizione di Liverani un difensore di spessore: Bonifazi ha fatto un’altra scelta, mentre Djidji (1992) è rimasto a Torino. E’ arrivato Paz (1993) dal Bologna, ma sa di ripiego last-minute. Ma c’è da dire che con le risorse messe a disposizione il direttore sportivo non poteva far altro che scommettere su giocatori in cerca di una resurrezione sportiva. Comunque, dalla riparazione il centrocampo esce rinforzato: Saponara (1991), Deiola (1995) e Barak (1994) sembrano profili in grado di dare una mano a Petriccione e Mancosu. Donati (1990) preso a zero può rivelarsi un buon colpo, forse manca una pedina in attacco, visto che Babacar sta fortemente deludendo.

Genoa (15 punti, a pari merito con la SPAL)

  • Acquisti principali: Masiello (d, Atalanta), Perin (p, Juventus), Destro (a, Bologna), Behrami (c, svinc), Eriksson (c, Goteborg), Iago Falque (a, Torino), Parigini (a, Torino), Soumaoro (d, Lille).
  • Cessioni principali: Gumus (c, Antalyaspor), Saponara (c, Lecce), Asencio (a, Cosenza), Altare (d, Olbia), El Yamiq (d, Real Saragozza).

Quando il tema di discussione è il Grifone l’analogia con le porte girevoli di un hotel è scontata come poche altre cose. Preziosi non si è smentito nemmeno in questa sessione di calciomercato, facendo l’ennesima rivoluzione invernale, compulsiva e ricca di colpi di scena: partenze improvvise, acquisti saltati e figure barbine. La questione che ha destato più clamore (e critiche da parte dei tifosi del Genoa) è stata il via libera dato alla Fiorentina per trattare con il capitano Criscito – che non l’ha presa molto bene, per usare un eufemismo – mossa incomprensibile per una squadra in piena corsa salvezza, che dovrebbe puntare a consolidare le proprie certezze. Ma anche le altre scelte lasciano parecchi dubbi. Il Genoa aveva bisogno come il pane di un attaccante prolifico e pronto alla serie A, così come di un difensore ed un centrocampista che aggiungessero esperienza e solidità all’undici di mister Nicola, e i ritorni di Destro (1991), Masiello (1986) e Berhami (1985) non sembrano essere i profili giusti a rispondere agli identikit presentati sopra. Un capitolo a parte lo merita l’avvicendamento tra i pali: silurare Radu (1996), prospetto molto interessante che ha ben figurato nella prima parte di stagione, per riabbracciare il figliol prodigo Perin (1992) è una una decisione che un po’ sorprende. Mercato non all’altezza delle aspettative, confermato anche da chi segue le vicissitudini del Genoa. Il colpo last minute Iago Falque (1990), soffiato a una diretta concorrete come la SPAL, unica nota lieta.

Brescia (15 punti, a pari merito con la SPAL)

  • Acquisti principali: Skrabb (c, Norrkoping), Bjarnason (c, Al-Arabi).
  • Cessioni principali: Morosini (c, Ascoli), Curcio (d, svincolato), Matri (a, svincolato), Magnani (d, Sassuolo).

Scorrendo i commenti che fioccano sulle pagine social dedicate alle rondinelle si percepisce il malumore della piazza. I tifosi del Brescia hanno valide ragioni per lamentarsi: i soli Skrabb (1995), un perfetto sconosciuto, e Bjarnason (1988), vecchia conoscenza della serie A fermo da un bel po’ di tempo e ripescato da un torneo dalla dubbia competitività, non danno l’impressione di poter bastare a migliorare una rosa che ha girato la boa di metà campionato all’ultimo posto in classifica. Mancano all’appello un attaccante che garantisca continuità e due difensori, un centrale e un terzino.

ha collaborato Enrico Baroni.