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Il consiglio federale di martedì pomeriggio non ha prodotto risultati significativi, se non quello di mettere sul tavolo le varie opzioni per la conclusione dei campionati di calcio nel bel mezzo dell’emergenza Covid-19. Le due ore di riunione nella sede romana della Figc sono servite per perlopiù a stabilire un termine, quello del 23 marzo, per le decisioni relative a serie A, B e C. Entro quella data le varie leghe dovranno presentare le loro proposte per la risoluzione di un rompicapo che vede in ballo scudetto, qualificazioni europee, retrocessioni e promozioni. Con gli Europei di mezzo (ma non è detto che si giochino), potrebbe venir rimosso il limite del calendario del 24 maggio e far sconfinare i campionati nel mese di giugno, ammesso che dal 3 aprile in poi si possa ricominciare a giocare.

Questo il resoconto fornito dalla stessa federazione: “Con riferimento al recupero delle gare della serie A, tenuto conto che le altre leghe non hanno scadenze internazionali e quindi una più ampia marginalità di programmazione, il presidente federale ha proposto alla lega di serie A, attraverso lo scivolamento delle giornate, di sfruttare tutte le date a disposizione fino al 31 maggio. Qualora l’emergenza Covid-19 non dovesse consentire la conclusione dei campionati, il presidente Gravina ha sottoposto all’attenzione delle leghe interessate alcune ipotesi su cui discutere nella riunione, già fissata, del consiglio federale del 23 marzo. Senza alcun ordine di priorità, un’ipotesi potrebbe essere la non assegnazione del titolo di campione d’Italia e conseguente comunicazione alla UEFA delle società qualificate alle coppe europee; un’altra sarebbe far riferimento alla classifica maturata fino al momento dell’interruzione; terza ed ultima ipotesi, far disputare solo i playoff per il titolo di Campione d’Italia ed i playout per la retrocessione in serie B“.

Allo stato attuale non è ben chiaro cosa implichi la prima delle tre ipotesi in materia di promozioni e retrocessioni: se una cristallizzazione delle partecipanti oppure scelte draconiane legate alla classifica maturata alla 26^ giornata (l’ultima che di fatto è stata parzialmente completata). In casi del genere, verosimilmente, pioverebbero ricorsi su ricorsi con l’avvio di una battaglia legale senza precedenti. In un quadro del genere molto dipenderà dai dibattiti interni alle singole leghe: considerato il livello medio di litigiosità tra i club, non sarà affatto scontato che s’arrivi a una sintesi serena e condivisa nel giro di un paio di settimane.