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Saranno ancora tanti i mesi senza basket giocato all’MF Palace, un’attesa lunghissima – che non sappiamo nemmeno quando finirà – per rivedere il Kleb in azione nel campionato di Serie A2, quel campionato in cui Ferrara si stava già ben comportando durante questa stagione, prima che la  pandemia costringesse il mondo sportivo ad alzare bandiera bianca. La truppa di coach Spiro Leka era al quarto posto in classifica, pronta ad affrontare la post season, dopo un cammino fatto di vittorie importanti ma anche di alcuni passi falsi, che non hanno però scalfito l’entusiasmo che ormai da un anno aleggia intorno alla compagine del presidente Francesco D’Auria.

Una famiglia, quella del Kleb, che in questi mesi è riuscita a fare breccia nel cuore dei suoi appassionati, che da tempo non vedevano un’organizzazione di questo tipo, sia dentro che fuori dal campo. Alla luce di alcuni punti fermi, è davvero così azzardato pensare ad un progetto sportivo in grado di puntare apertamente alla promozione al piano superiore?

  • La società: un gruppo strutturato, forte, coeso, fatto di persone competenti ed appassionate, che anche in questo periodo difficile, sotto tutti i punti di vista, si stanno adoperando per essere pronte per l’inizio della prossima stagione agonistica. Che nessuno sa ancora quando inizierà, ma intanto al palasport è stato già installato un termoscanner e a stretto giro di posta ne verrà montato un altro. Perché il Kleb vuole tornare a giocare davanti ai propri tifosi, e si sta organizzando per farlo in piena sicurezza. Idee, passione, competenza: a questa società non manca niente.

  • La squadra che verrà: si può dirlo, il Kleb è già un gradino avanti rispetto a tutti. Ha confermato il blocco di italiani che tanto bene ha fatto in questa stagione, da capitan Fantoni a Panni (entrambi al quarto anno a Ferrara), da Vencato a Baldassarre, da Ebeling a Zampini. Non dimentichiamoci che gli ultimi due sono ancora ‘under‘: provate a trovare una coppia di giovani più forte nell’intera serie A2. Difficile. E poi la scelta degli americani: addio sia a Wiggs che a Campbell, perché coach Leka vuole due giocatori diversi. Una combo guard pura, che sappia trovare il canestro facilmente, che sappia farsi trovare pronta sugli scarichi, ed esperta della categoria. L’identikit? Magari Hasbrouck, in uscita da Verona, che già l’estate scorsa – prima di preferire la Scaligera – era stato vicino al ritorno a Ferrara. Quindi la scelta del lungo da affiancare a Baldassarre, Fantoni e al giovane Ugolini: in questo caso bisognerà capire quale sarà l’intenzione di Leka, se far partire il capitano dalla panchina e cercare un ‘5’ potente e verticale, oppure un’ala grande che abbia una buona mano e spiccate doti atletiche, con Baldassarre sesto uomo di lusso.

  • L’allenatore: ormai un tutt’uno con la città, coach Leka è una garanzia. Lavoratore nato, tant’è che la squadra è già tornata ad allenarsi tutti i giorni in palestra, in anticipo (e non di poco) rispetto a tutte le altre concorrenti, ancora in alto mare con il mercato. Le sue spiccate doti umane non sono passate inosservate e Leka si sta giocando il posto di coach più amato dai tifosi estensi nel contest in corso sul web: è in finale con Giorgio Valli, l’allenatore che portò l’allora Carife in Serie A e la condusse, l’anno successivo, ad un passo dai playoff. Chissà che Spiro non possa fare altrettanto…

Ecco perché non è esagerato pensare ad un campionato di vertice per il Kleb, visti i problemi delle altre squadre e visto l’enorme anticipo con cui la società estense si sta muovendo. Sognare, in fondo, non costa nulla e lo sforzo messo in campo da D’Auria e dal suo staff è decisamente da categoria superiore.