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Parte della conferenza stampa dirigenziale del 18 febbraio ha riguardato le strategie di calciomercato – passate, presenti e future – del club biancazzurro. A trattare l’argomento è stato soprattutto il presidente Mattioli.

SPESE – “Gli investimenti si possono fare, ma devono rispettare i parametri economici. Per Diaw la trattativa era chiusa, tanto che non sono neanche andato a Torino per la Coppa Italia, nonostante ci tenessi, proprio per rimanere a Ferrara e firmare i documenti. Il giocatore l’avremmo preso in diritto con obbligo in caso di serie A, perché quella era la formula che ci potevamo permettere. Al mattino aspettavamo i documenti, ma non sono mai arrivati perché nel frattempo il Pordenone ha accettato l’offerta del Monza. Sono vicende di mercato che vanno capite e in questo caso il giocatore è andato al miglior offerente. Mi è dispiaciuto che non ci sia stata neanche una telefonata da parte di una società con cui abbiamo buoni rapporti. Se mi avessero spiegato la situazione gli avrei semplicemente detto che avevano fatto bene a incassare i soldi subito. Ho letto anche il nome di Donnarumma del Brescia. Ci sarebbe costato dei milioni e ci sarebbe costato 500 o 600 mila euro a stagione, per più anni. Non siamo in grado di sostenere contratti del genere con un monte-ingaggi come quello attuale (attorno ai 20 milioni di euro, ndr). Al momento la nostra strategia è quella di prendere giocatori per sei mesi, valutarli e magari ricevere un contributo all’ingaggio da parte delle società d’appartenenza“.

MORA… E ANTENUCCI – “Mora al pari di tanti altri giocatori che hanno fatto parte della SPAL s’era reso disponibile a tornare. Ad alcuni mi è dispiaciuto dire di no, ad esempio Antenucci che è anche stato il nostro capitano. Penso sia una cosa risaputa che gli sarebbe piaciuto tornare perché è legatissimo alla società e a Ferrara. Purtroppo ha un contratto molto importante ed è un simbolo del Bari, per cui l’operazione era molto complicata. Mora invece aveva il contratto in scadenza e abbiamo considerato al ruolo che avrebbe potuto rivestire sia in campo sia nello spogliatoio. Aveva grande voglia di tornare e in più mister Marino ha spinto per averlo. Quindi siamo stati tutti molto contenti di questa operazione“.

MURGIA – “Murgia ha 24 anni, è un ragazzo sicuro dei propri mezzi che è cresciuto nella Lazio e poi è venuto alla SPAL. Non riuscire a trovare spazio in serie B lo tormentava. Per cui gli abbiamo proposto di partire per dargli più minutaggio e sono arrivate richieste da diverse società. Lui voleva andare al Frosinone perché così si sarebbe avvicinato a casa (è originario di Roma, ndr) e questo gli avrebbe consentito di gestire meglio alcune situazioni familiari, tra cui la gravidanza della sua compagna. Il Frosinone però si è comportato in maniera un po’ particolare e si era reso disponibile a partecipare all’ingaggio solo in minima parte. A quel punto avevamo anche deciso di fare uno sforzo, a patto ci venisse garantito che il giocatore sarebbe stato titolare e avrebbe potuto così mettersi in mostra. Purtroppo non siamo stati accontentati e non potevamo fare un’operazione che non ci avrebbe soddisfatti. Quindi Murgia è rimasto qui e nel frattempo ha chiarito la situazione con società, compagni e mister. Fa parte del gruppo ed è un patrimonio della società che va tutelato. Quando ci sarà la possibilità giocherà e darà una mano al raggiungimento dell’obiettivo“.

2021/2022 – “Se dovessimo restare in serie B alcuni contatti non sarebbero sostenibili per il secondo anno consecutivo e questo l’abbiamo già detto ai giocatori. Diversi di loro se ne dovranno andare. Al loro posto arriverebbero giocatori che costeranno meno e correranno uguale o anche di più. In caso di promozione in serie A ovviamente le prospettive sarebbero diverse, ma comunque faremmo una squadra di giovani. Non faremo mai più spese come quelle di prima. Non ci vedrete spendere dieci milioni per un giocatore. Punteremo su giovani nostri o di altre squadre. L’obiettivo sarà sempre quello di mantenere la categoria, ma anche l’equilibrio economico finanziario della società. L’esempio deve essere quello del Cittadella che ogni anno va a pescare nel mercato di serie C e nonostante questo è sempre una delle squadre più competitive. Non è importante avere grossi nomi, ma ragazzi che hanno voglia di emergere e mettersi in mostra. Quando incontriamo delle squadre di temperamento ci mettono sempre in difficoltà. Vorrei vedere anch’io una squadra strutturata con meno tecnica e più agonismo“.