foto Nello Mannarino
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Sarà senz’altro la SPAL dei giovani e della linea verde per il futuro, ma a mettere la firma sui recenti 6 punti calabresi sono stati – probabilmente non a caso – i veterani del gruppo di Clotet.

A Cosenza ci aveva pensato Rossi, classe 1987, mentre a Crotone le giocate decisive le hanno realizzate Melchiorri (1987), Mancosu (1989) e Pomini (1981). Il caso (o forse no) vuole che si trattasse degli unici tre in campo nati negli anni Ottanta. I promettenti ragazzi della generazione Z – Peda, Celia, Da Riva, Seck, D’Orazio, Heidenreich, Ellertsson – per una volta hanno fatto da cast di supporto ai vecchi attori consumati.

Non si scopre alcunché di nuovo: per partite delicate e ad alto coefficiente di difficoltà l’allenatore ha deciso di affidarsi maggiormente a chi è già passato per momenti delicati ed è stato ripagato con prestazioni solide, che faranno senz’altro d’esempio per le nuove leve. I veterani conoscono le insidie degli scontri diretti, soprattutto quelli giocati in trasferta.

Il ritornello quasi estenuante della squadra-più-giovane-del-campionato vale se si guarda all’organico per intero, ma c’è da dire che in tempi recenti Clotet ha cambiato leggermente rotta. Fino alla partita interna col Perugia (11^ giornata) il divario medio di età con i titolari avversari superava addirittura i tre anni. Contro Reggina e Ternana si è arrivati a un picco di quasi 5 anni di differenza.

Dalla trasferta di Cremona, in cui la SPAL s’è presentata con undici più anziano (27 anni e 1 mese di media) la differenza con le altre squadre si è assottigliata fino quasi a scomparire. Nelle ultime cinque partite è stata di appena 8 mesi, un’inezia.