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I grandi investimenti sul settore giovanile e sull’attività di base portati avanti per anni dalla gestione-Colombarini hanno trovato continuità anche nei progetti dell’attuale presidente Joe Tacopina, che ha affidato alla direzione del giovane Andrea Catellani la realizzazione di quello che per stessa definizione dell’avvocato americano dovrà essere il core business della sua società già dal medio termine. In un ambiente sempre più frenetico, tifosi e giornalisti sono presi principalmente dalle vicende di prima squadra e Primavera e finiscono spesso col lasciare sullo sfondo tutto il lavoro che quotidianamente viene fatto al piano terra degli uffici di via Copparo, dove viene seminata la passione per la SPAL e si spera in qualche futuro campione fatto in casa.

[Andrea Catellani sul campo principale del centro sportivo “G.B. Fabbri”]
Progetto Winter Camp
Prima di offrire qualche conclusione sullo stato di avanzamento dei lavori delle varie selezioni in questo primo semestre, è il caso di focalizzarsi sul progetto Winter Camp di dicembre, per capire la filosofia della società dietro a questi progetti e la loro attuazione concreta. Il Winter Camp è un campus riservato a giovani calciatori dilettanti, che magari non hanno ancora maturato le capacità tecniche per giocare in una squadra professionistica o che legittimamente non vedono il calcio come un progetto di vita oltre al puro divertimento. Grazie all’iniziativa della SPAL questi ragazzi avranno l’opportunità di allenarsi in un contesto professionistico (il centro sportivo G.B. Fabbri), con allenatori SPAL ed una metodologia d’élite, oltre che in compagnia dei ragazzi attualmente tesserati dal club biancazzurro.

L’obiettivo della società è quello di fare della SPAL una locomotiva della crescita sul territorio, oltre che diventare un punto di riferimento per i giovani. Sviluppare l’amore per la SPAL nei bambini, in una città in cui dieci anni fa era raro vedere berretti, sciarpe e maglie biancazzurre nelle scuole, porterà un ulteriore avvicinamento alla comunità dei tifosi, soprattutto ora che l’onda lunga del triennio di serie A sta un po’ perdendo il suo effetto. Il tutto senza dimenticarsi degli effetti secondari (e remunerativi) come la crescita del merchandising e la valorizzazione del marchio. La SPAL, come la stessa società ha più volte sottolineato, deve diventare la squadra di tutti e ogni bambino che lo desidera deve avere almeno un’opportunità di farne parte.

Il primo progetto per diversamente abili e altre iniziative
Proprio perché la SPAL deve essere la società di tutti, a Massimiliano De Gregorio, da anni responsabile dell’attività di base, è stata affidato il miglioramento di un progetto che va avanti da tre anni dedicato ai bambini con disabilità. Un’iniziativa che nella scorsa stagione è stata premiata a livello nazionale come il progetto d’inclusione migliore della regione. Attualmente, a questi ragazzi viene data la possibilità di allenarsi al centro di Vigarano Mainarda con preparatori specializzati, ma dalla primavera 2022 ci si sposterà al centro di via Copparo, insieme agli altri gruppi.

Intanto procedono anche gli SPAL Days del lunedì, anche questi nati con il fine di far sentire coinvolti nel mondo biancazzurro anche i ragazzi che giocano nelle formazioni dilettantistiche.  Per otto lunedì all’incirca 300 ragazzi e relative famiglie sono state invitate in via Copparo: le prime sono state le cinque società più fidelizzate, che hanno sposato il progetto dal 2017, ovvero San Luca, Bondeno, Sant’Agostino, Dribbling e Pontelagoscuro e a seguire tante altre società di Ferrara e provincia ma anche del territorio di Bologna, Mantova e Rovigo. Ai ragazzi è stato concesso di allenarsi ad alti livelli con due tecnici SPAL in mezzo alle altre squadre biancazzurre e di giocare un’amichevole contro i classe 2013 (Under-9). I riscontri sono stati positivi, sia dai ragazzi, sia dai genitori che dalle società e chissà se in qualcuno non è maturato il sogno di vestire un giorno la maglia numero dieci che fu di Floccari o la nove attualmente sulle spalle di Lorenzo Colombo.

Oltre a queste sono degne di menzione anche altre iniziative che stanno per partire, come il progetto di individual training, in cui gli allenatori SPAL si metteranno a disposizione per allenamenti individuali allo scopo di affinare la tecnica individuale presso le strutture del club. Il Torneo di Carnevale, per ora sempre riservato alle affiliate, ma che adesso aprirà a tutte le società del territorio; la SPAL Cup a maggio, in cui saranno coinvolte società dilettantistiche che condividono la filosofia SPAL dalla Sicilia al Piemonte per sette categorie (dalla Under-8 all’Under-15).

Under nazionali: risultati eccellenti
L’obiettivo del settore giovanile della SPAL è quello di creare valore: sia che si tratti di valore spendibile con l’inserimento di giocatori in prima squadra, sia che invece comporti una plusvalenza grazie all’ingaggio di giovani da parte di club più grandi. L’ampio lavoro impostato fin dal momento della promozione in serie B (2016) sta mostrando i suoi effetti a cinque anni di distanza anche con i risultati sul campo.

La Primavera di mister Piccareta gioca nel campionato di Primavera1 ed è una delle tre squadre su diciotto (le altre sono Pescara e Lecce, rispettivamente ultima e penultima in classifica) a non avere i senior in serie A. La squadra sta avendo qualche difficoltà in più rispetto alla sua versione 2020/2021, ma è comunque in corsa per il mantenimento dell categoria.

L’Under 18, nata quest’anno, è prima nel girone unico di categoria, davanti a Roma e Inter. Under 17, Under 16 e Under 15 sono in zona playoff nei rispettivi campionati.
Risultati che certificano la credibilità della SPAL a livello nazionale, grazie anche a staff tecnici sempre più ampi e preparati.

Numeri alla mano la SPAL è tra le squadre di serie B che manda più giocatori nelle nazionali giovanili. Quest’anno sotto la gestione Clotet hanno debuttato in prima squadra Peda e Nador, senza contare i quattro prodotti del vivaio in pianta stabile – Seck, Thiam, Spaltro ed Ellertsson – che contribuiscono a rendere la SPAL una delle squadre più giovani in Serie B. A loro si aggiunge Salvatore Esposito, arrivato a Ferrara nel 2018 dopo la trafila nelle giovanili dell’Inter.

Ferrara: geografia e radicamento non aiutano
Adottando la logica dell’analisi di mercato Ferrara non è il luogo geografico ideale per far crescere una squadra o dei calciatori e questo è il motivo per cui la stessa SPAL investe così tanto nelle squadre dilettantistiche. Allo stato attuale Ferrara è la città in Emilia Romagna col più alto tasso di abbandono tra giovani calciatori e questo si riconduce principalmente a un motivo principale: tra la SPAL e le altre società della provincia c’è un divario troppo ampio in termini di categorie.

Ferrara non ha società semi-professionistiche o d’élite in grado di raccogliere tutti quei giocatori che non sono pronti per la B, ma che sono ad un livello superiore rispetto ai campionati regionali (Eccellenza e Promozione). La mancanza di squadre satellite provinciali alle quali fare affidamento per la crescita dei giocatori è un vuoto che la SPAL vorrebbe contribuire a colmare con i programmi di crescita impostati nel recente periodo.

A contribuire a questa situazione c’è senz’altro anche la forte concorrenza che il club biancazzurro si trova ad affrontare sul fronte del reclutamento. In Emilia-Romagna operano soprattutto Bologna e Sassuolo, ma non sono da trascurare gli sforzi di Modena e Cesena, malgrado le due squadre siano in serie C. Negli ultimi anni la SPAL ha compensato parzialmente attingendo molto dal Polesine, ma l’influsso di Hellas Verona e Padova rimane comunque forte.

Proprio per questo la SPAL punta a intraprendere politiche di avvicinamento alle società del territorio, sperando di migliorarle grazie alla propria esperienza e creare gradini intermedi. Parallelamente la società sta cercando di portare il calcio anche nelle scuole per rafforzare la cultura dello sport e dei suoi valori.

Una rete biancazzurra in tutta Italia
Il programma di affiliazione a livello nazionale ha permesso alla SPAL di stabilire legami professionali con ben 87 società dilettantistiche presenti in tutte le regioni, seppure con una forte (e logica) prevalenza tra Emilia-Romagna e Veneto. L’obiettivo di Marco Aventi, attualmente responsabile di questo progetto strategico, è di arrivare a 100 nel corso dell’attuale stagione per permettere al settore giovanile di avere una rete capillare di scouting per agevolare il reclutamento. In sintesi la SPAL offre a queste realtà conoscenze metodologiche e formazione tecnica per accrescere la qualità del proprio lavoro sul campo e in cambio ottiene segnalazioni di giovani talenti da mettere alla prova nei ranghi del vivaio.

Alla ricerca di un campione ferrarese
In questa stagione, per la prima volta dopo tanti anni, si sono visti in Primavera due ferraresi (Marco Forapani e Mattia Roda) che hanno svolto l’intera trafila nelle giovanili biancazzurre. Nello scorso campionato c’era invece il portiere Cesare Galeotti, oggi in prestito alla Pergolettese. Dopo Marchini (1981), Braiati (1980), Laurenti (1990) e Marongiu (1991) in prima squadra non ci sono stati più calciatori nati all’interno della provincia, un po’ come non ci sono stati nel campionato di serie A (Santon e Gollini i soli negli ultimi cinque anni). Chissà se grazie a questi progetti il futuro non riservi finalmente un campione ferrarese che vesta la maglia della propria città.