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Gli ultimi mesi in casa SPAL non possono essere di certo catalogati nello scaffale dell’ordinaria amministrazione tra cambio di proprietà, una squadra da rifondare e un esonero dell’allenatore un po’ a sorpresa. Di questo e delle altre tematiche di stretta attualità ha parlato in collegamento telefonico il direttore generale Andrea Gazzoli a Lunedì Sport, lo storico programma condotto da Alessandro Sovrani su Telestense.

CAMBIO IN PANCHINA – “All’esterno può essere sembrata una cosa improvvisa, ma la scelta è stata frutto di un’analisi approfondita. C’era qualche aspetto che non andava bene, dunque ci siamo sentiti di fare questa scelta per garantire alla SPAL un futuro migliore. L’allenatore in questa stagione di ricostruzione completa era un tassello molto importante, avendo cambiato otto o nove undicesimi della squadra. L’importante per noi era che l’allenatore lavorasse e stimasse tutte le risorse a disposizione. La scelta è stata fatta anche in base situazione del mercato che vedeva la fortuna, tra virgolette, di arrivare al candidato che poi è stato preso“.

Al momento la strada è ancora lunga ma abbiamo fatto due buone partite in crescendo. Nella prima abbiamo sofferto un po’ la mancanza dal terreno di gioco, mentre contro il Pisa non abbiamo vinto per un po’ di sfortuna, ma abbiamo fatto molto bene. Mancano ancora molte partite, ma siamo molto contenti di queste prime due partite. Io non vivo molto lo spogliatoio, però ritengo Venturato un allenatore molto esperto che negli ultimi anni non è mai andato sotto il settimo posto. Conosce bene la categoria, i nostri giocatori e anche gli avversari. In serie B questo aspetto, specialmente quando si entra in corsa, è fondamentale“.

Gazzoli ha parlato estensivamente anche di calciomercato nel corso del collegamento con Lunedì Sport, ma di questo parliamo in un articolo a parte.

PANDEMIA – “La fortuna, per così dire, della SPAL è che nessuno ha avuto problemi fisici al netto del Covid. Tutti hanno lavorato bene tranne Peda che sta recuperando dall’infortunio di Crotone. Avere tutta la squadra a disposizione è molto importante perché dal 5 febbraio ci aspettano 11 partite in 43 giorni, quindi ci sarà veramente bisogno di tutti“.

SETTORE GIOVANILE – “Per il settore giovanile c’è Andrea Catellani che sta facendo un ottimo lavoro seguendo le direttive della società. Si stanno formando gruppi di giocatori molto forti che ci daranno la possibilità nei prossimi anni di formare nuovi componenti della rosa della prima squadra. Noireau Dauriat (2003) ad esempio è un ragazzo che potrebbe arrivare dal PSG e che stiamo valutando in questo tipo di prospettiva. La SPAL ha investito molto nel settore giovanile e nelle sue strutture, abbiamo quasi 70 ragazzi che provengono da fuori città, è un numero assolutamente importante che non hanno neanche alcune squadre di primo livello in serie A, noi stiamo addirittura provando ad aumentarlo“.

TIFOSI E STADIO – “Spero che la situazione legata alla pandemia migliori e le normative diano la possibilità di tornare a riempire gli stadi perché se lo meritano un po’ tutti, dai tifosi alla squadra. Salvo imprevisti dell’ultimo minuto dovremmo essere in grado di aprire la gradinata per la partita contro la Reggina. Per quanto riguarda la trasferta di Pordenone bisogna valutare cosa deciderà il Governo con la Federazione e le Leghe. Quella della capienza a cinquemila posti è stata una presa di coscienza e un’autodeterminazione delle Leghe, perché il Governo non aveva modificato il decreto che prevedeva una capienza al 50%. Se, come ho letto anche da un’intervista all’amministratore delegato della Lega di Serie A, dovesse esserci una presa d’atto nei prossimi giorni a causa di un abbattimento dei contagi, spero si potrà arrivare almeno al 50% per in primavera aumentare gradualmente verso un’apertura totale. In tutto questo va comunque considerato che il 50% della capienza dello stadio Mazza è comunque discreta. Spero che i tifosi possano tornare anche in trasferta perché il loro supporto è un valore aggiunto. Giocare a porte chiuse è una cosa brutta un po’ per tutti, diventa quasi un altro sport. La componente tifo sia in casa sia in trasferta è determinante per i calciatori e per lo spettacolo stesso. Guardiamo un po’ di invidia all’estero, dove gli stadi sono pieni e le persone non hanno le mascherine, quindi fermo restando l’aspetto sanitario che è la cosa più importante di tutte, speriamo che la situazione Covid sia prossima alla fine in maniera tale da riempire anche i nostri stadi“.

TACOPINA E PROSPETTIVE – “Il presidente conosce molto bene il calcio italiano, è molto contento di questa esperienza e della sua vita quando si trova a Ferrara. Ha la fortuna di abitare vicino al Castello e quindi si gode in prima visione questa meraviglia. Dal punto di vista societario, Tacopina ha trovato un’azienda strutturata, preparata e che può migliorare. Tutti possono ancora fare qualcosa in più a partire dal me e da chi lavora insieme al mio fianco. Abbiamo molti progetti nel cassetto che Tacopina ci ha invitato ad approfondire per poter crescere ancora con ambizione. Quella sul possibile ingresso di nuovi soci non è una domanda da rivolgere a me: io sono un operativo e non ho altre informazioni. Quella attuale è stata una stagione partita in maniera impegnativa, perché gestire un cambio di società nel pieno dell’estate è stato molto complicato. Devo ringraziare tutti perché il passaggio è andato a buon fine“.

Il lavoro è molto impegnativo perché le ultime due stagioni condizionate dal Covid hanno messo in difficoltà la società. Questa ricostruzione è stata ed è tuttora faticosa, ma ci porterà ad un futuro molto più sereno e stabile. Ferrara e la SPAL hanno bisogno di stabilità per fare calcio. L’aver costruito strutture come centro sportivo, stadio e tutto quello che ruota attorno alla SPAL è stato necessario per dare stabilità perché qui si può fare calcio e bene per molti anni. Per quanto riguarda la volontà di Tacopina di portare la SPAL in serie A lascerei da parte i proclami. L’ambizione è una cosa che abbiamo tutti, a partire dal presidente che ci sprona a questo, ma l’ambizione si fa con il lavoro e con le idee, non solo con le risorse economiche che ovviamente ci sono. Io la vedo più come una costruzione che parte dalle idee, dal lavoro quotidiano che porta ai risultati, un po’ come ha fatto la SPAL quando è andata in serie A nel 2017“.