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Scollinata la metà di maggio i giocatori della SPAL hanno fatto i bagagli in vista di vacanze e di temporanei ritorni nei luoghi d’origine. Qualcuno – come Colombo – si è già congedato formalmente via social, mentre hanno chiuso la porta di casa sapendo che verso fine luglio faranno ritorno a Ferrara per una nuova stagione.

Come fatto nelle ultime stagioni, abbiamo cercato di tracciare un bilancio finale e di dare un giudizio giocatore per giocatore, in particolare per coloro i quali hanno messo a referto almeno otto presenze, ossia almeno il 20% del totale delle partite a disposizione.

I numeri prodotti dalla squadra parlano di 42 punti in classifica, frutto di 9 vittorie 15 pareggi e ben 14 sconfitte, con 46 gol fatti e 54 subiti. Cifre che indicano abbastanza palesemente come sia necessario rivedere profondamente l’organico nel caso la SPAL intenda ad ambire a qualcosa in più della salvezza, come più volte rimarcato dal presidente Tacopina.

ECCELLENTI: Viviani 7.5; Dickmann 7; Meccariello 7

Viviani: Il vero e proprio capolavoro di Pep Clotet, dopo due stagioni in cui aveva giocato pochissimo, tanto che la società aveva cercato in tutti i modi di liberarsi di lui sul mercato. “Vivio” ha mostrato una grande determinazione nel voler tornare protagonista e il tecnico catalano gli ha affidato sin da subito le chiavi del centrocampo, prima al fianco di Esposito e poi come regista in un centrocampo a tre, scelta dalla quale non si è discostato nemmeno Roberto Venturato. Purtroppo un problema cronico alla caviglia lo ha costretto a saltare molte partite, tra cui quelle decisive nel finale di stagione, ma con lui in campo la squadra è sembrata sempre avere una marcia in più grazie alla sua visione di gioco e alla spiccata intelligenza tattica. Zitto zitto chiude anche con 4 gol a referto, nonostante le sole 21 apparizioni.
La curiosità: per trovare una stagione di Viviani maggiormente prolifica in termini di gol bisogna tornare al campionato di serie B 2014-2015, quando il centrocampista romano segnò addirittura 8 reti risultando il miglior marcatore di un Latina che si salvò. In quella squadra peraltro c’erano anche altri giocatori passati successivamente da Ferrara come Marcello Cottafava e Andrea Petagna. 

Dickmann: Nella stagione precedente non era stato sicuramente uno dei preferiti del pubblico del Mazza, complice anche l’eterno paragone col suo predecessore Manuel Lazzari. Dopo un altro girone d’andata non così impressionante (se non proprio mediocre) ha acquisito una sicurezza nei propri mezzi e un’incisività a livello tecnico/tattico davvero sorprendenti. In una stagione in cui la SPAL ha faticato nel trovare un terzino sinistro affidabile, lui è stato un vero e proprio intoccabile sulla fascia destra, con anche tre gol segnati, l’ultimo in ordine cronologico, ma non di importanza, contro il Frosinone.
La curiosità: Tra i giocatori della SPAL è quello che ha provato più cross in totale (88) e ne ha mandati di più a destinazione (41,6%). Tra terzini ed esterni destri dell’intera categoria si è piazzato 14° per percentuale di precisione. 

Meccariello: La coppia Zamuner-Tarantino lo individua già a dicembre come l’uomo giusto per poter sopperire alle eventuali assenze di Vicari o Capradossi senza dover ricorrere a giocatori con scarsa esperienza. Si è rivelato una delle note più liete della stagione, con Venturato che, dopo averlo alternato, ha finito spesso per preferirlo ai due centrali fino ad allora titolari. “Big Mec” ha portato personalità e grinta, ingredienti fondamentali per una squadra che si doveva salvare.
La curiosità: Il difensore ex Lecce ha chiuso come uno dei leader della categoria nell’indicatore statistico dei duelli aerei. Ne ha vinto il 71,8% e solo Canestrelli del Crotone con 72,3% ha saputo fare meglio. 

foto Filippo Rubin

BUONI: Mancosu 6.5; Melchiorri 6.5; Latte Lath 6.5

Mancosu: Finito (non troppo bene) il suo rapporto storico col Lecce, il trequartista sardo ha deciso di accettare la sfida della SPAL in ricostruzione con la consapevolezza di dover essere un leader per i molti giovani che si sarebbe ritrovato attorno. Con Clotet cambia molti ruoli nella parte iniziale della stagione, prima di tornare stabilmente sulla trequarti, soprattutto dopo l’arrivo di Venturato. Probabilmente ci si aspettava qualcosina in più in termini di gol (6) e assist (2), visti anche i due rigori sbagliati, ma dal punto di vista della leadership in campo è difficile imputargli qualcosa, visto quanto fatto anche nelle giornate più nere per il resto della squadra. Un infortunio abbastanza fastidioso ha condizionato il suo finale di campionato.
La curiosità: Nessuno nella rosa della SPAL ha trascorso più minuti in campo di lui, ben 2.911 nell’arco di 34 presenze. 

Melchiorri: Arriva a Ferrara a 34 anni suonati, dopo una carriera passata sui campi della serie B, nello scambio che mirava soprattutto a liberarsi di Murgia e del suo oneroso stipendio. Fino a quando Clotet punta sul 4231 trova pochissimo spazio, anche per via del momento d’oro di Lorenzo Colombo. La sua stagione però cambia con l’infortunio di Latte Lath e il passaggio alle due punte. Che giochi dall’inizio o subentri dà sempre un contributo tangibile, fatto anche di 5 gol realizzati e 2 assist. Tra questi, nella memoria del pubblico biancazzurro rimarranno il bellissimo gol realizzato nella vittoria a Crotone a fine girone di andata e l’assist con cui ha permesso a Giuseppe Rossi, sempre contro i calabresi, ma al Mazza, di fissare il risultato sull’1-1.
La curiosità: è l’unico tra gli attaccanti biancazzurri a non aver ricevuto un singolo cartellino giallo. Per fare un paragone: il solo Colombo ne ha presi 7.

Latte Lath: Le sue caratteristiche sembrano potersi adattare al meglio con il 4231 scelto nella parte iniziale della stagione da Pep Clotet, che lo piazza nel trio alle spalle di Colombo, contando sulla sua rapidità nel ribaltare l’azione. Non si può nemmeno dire che venga penalizzato dal cambio di modulo perché il grave infortunio di fine ottobre ad Ascoli lo tiene lontano dai campi per più di tre mesi. Quando rientra trova sulla panchina biancazzurra Roberto Venturato. Le presenze nella seconda parte del campionato non sono molte, anche per la necessità di gestirlo e di evitare ricadute, ma i due gol del pareggio segnati in pieno recupero sia a Perugia che a Brescia hanno avuto un valore capitale nella lotta salvezza, lasciando l’impressione di un potenziale molto intrigante.
La curiosità: i suoi due colpi al 94′ contro Perugia e Brescia hanno fatto salire a 5 i gol segnati in campionato dalla SPAL nel tempo di recupero. Hanno fatto meglio solo Frosinone (6) e Monza (7).

foto Filippo Rubin

SUFFICIENTI: Thiam 6; Capradossi 6; Peda 6; Mora 6; Zanellato 6; Rossi 6

Thiam: È stata una stagione a dir poco turbolenta dal punto di vista emotivo quella vissuta dal portiere senegalese, probabilmente dovuta al fatto che a voler puntare su di lui come titolare fosse più la società che i mister chiamati a schierarlo. Al suo esordio da numero uno in serie B di errori ne ha sicuramente commessi, ma la gestione tecnica prima di Clotet e poi di Venturato non lo ha aiutato granché, con il tecnico spagnolo arrivato addirittura a sfiduciarlo pubblicamente dopo l’errore contro la Ternana. Demba però non ha mai mollato, giocando anche alcune ottime partite e facendosi trovare pronto nel delicato finale, dopo essere stato chiamato in causa all’ultimo contro il Crotone per l’attacco influenzale che aveva colpito Alfonso. Certo, se riuscisse un po’ a migliorare la precisione nel gioco coi piedi…
La curiosità: Togliergli il titolo di giocatore più alto del campionato superando i suoi 202 cm potrebbe essere complicato, ma nell’ultima stagione non è stato l’unico a superare la soglia dei due metri di statura. A 201 cm c’era Lorenzo Lucca del Pisa, a 200 Pierre Bolchini (un altro portiere) del Como.

Capradossi: Il difensore di proprietà dello Spezia è stato, almeno fino all’esonero di Clotet, una delle poche certezze della squadra, guadagnandosi voti alti con i suoi recuperi in velocità, esaltati da una squadra che, soprattutto in avvio di stagione, lasciava molto spazio alle spalle dei difensori. Col cambio di allenatore, soprattutto inizialmente, ha un po’ sofferto, sedendosi qualche volta anche in panchina. Nel finale è tornato quasi stabilmente titolare, seppure non ai livelli di inizio anno e ritrovandosi a commettere errori davvero sorprendenti per un centrale con le sue qualità.
La curiosità: in caso di promozione in serie A la SPAL avrebbe dovuto riscattarlo obbligatoriamente dallo Spezia, mentre ora conserva solo un diritto di riscatto attorno ai 2 milioni di euro che certamente non verrà attivato.

Peda: Entra a far parte della rosa spallina quasi per caso, complice la frustrazione di Pep Clotet per la negativa prestazione di Spaltro a Reggio Calabria. Per essere il suo primo anno tra i grandi se la cava quasi sempre bene, forse la sua peggior partita la gioca proprio nel girone di ritorno al Mazza contro i calabresi. Schierato sia come terzino destro che nel suo ruolo preferito di difensore centrale, ha dimostrato di essere un ragazzo su cui poter fare affidamento e il cui potenziale dovrebbe essere sviluppato il più possibile.
La curiosità: il giovane polacco è uno dei 7 calciatori della prima squadra a essere passati per almeno un anno nei ranghi del vivaio della SPAL.

Mora: La brillantezza a livello fisico non è più quella di una volta e lui è il primo a saperlo, ma se guardiamo all’atteggiamento e alla voglia che ha dimostrato non si può che essergli riconoscenti, in una stagione in cui molti suoi compagni hanno reso al di sotto delle aspettative. Per una decina di partite, con la SPAL schierata da Clotet col 4231, sembra quasi essere ritenuto un peso dal tecnico spagnolo, che però, col cambio di sistema e con grande flessibilità, lo rimette in campo dal primo minuto ad Ascoli. Nemmeno col cambio di mister il suo minutaggio è aumentato granché, complici anche i diversi rinforzi nel suo ruolo arrivati a gennaio. Ma quando c’è stato da farsi trovare pronto, come contro il Frosinone, ha sempre risposto presente.
La curiosità: con 5 assist a bilancio è il migliore di stagione in questa categoria, a ulteriore testimonianza di una mentalità rivolta prima di tutto al collettivo.

Zanellato: Le difficoltà del Crotone già nella prima parte della stagione rendono più facile la scelta quando arriva la proposta di trasferimento a Ferrara. Quello che mostrato qui però è stato più o meno in linea con tutta la sua carriera. Le qualità non si discutono e quando le ha messe in mostra, sia come mezzala sia come regista davanti alla difesa, è sembrato uno degli acquisti più azzeccati di gennaio. In diverse partite, però, è parso giocare un po’ troppo in punta di fioretto, lasciando dubbi tra tifosi e addetti ai lavori su quale sia il suo reale valore e il relativo potenziale futuro.
La curiosità: tra gli acquisti di gennaio è stato quello più utilizzato in assoluto, per un totale di 1.378 minuti di gioco in 17 presenze.

Rossi: Rappresenta la scommessa del presidente Tacopina, forse l’unico a credere davvero in lui dopo anni contrassegnati da una lunga serie di infortuni, alcuni anche gravi. Se dovessimo guardare i numeri sarebbe oggettivamente una stagione insufficiente, con 14 partite totali, di cui 3 sole dal primo minuto, 382 minuti giocati e 3 reti segnate. Ma si usa anche dire che “i gol non si contano, bensì si pesano” e quelli segnati dall’ex centravanti azzurro hanno avuto un valore decisamente inestimabile, portando alla classifica spallina ben cinque punti in più e regalato agli occhi dei tifosi lampi di classe pura. Purtroppo a Brescia è arrivato l’ennesimo problema fisico, ma la speranza è che la sua carriera non sia finita al Rigamonti.
La curiosità: con i tre messi a segno con la maglia della SPAL è arrivato a 137 reti in 379 partite ufficiali giocate in carriera.

foto Filippo Rubin

APPENA SOTTO LA SUFFICIENZA: Alfonso 5.5; Celia 5.5; Esposito 5.5; Da Riva 5.5; Pinato 5.5; Colombo 5.5; Finotto 5.5; Vido 5.5; Seck 5.5

Alfonso: La società, in accordo con Venturato, decide andare a prenderlo dalla Cremonese dove era ormai finito stabilmente in panchina, soprattutto a causa delle incertezze dei portieri spallini nel girone di andata. L’ex Cittadella non ci mette troppo a prendere la titolarità, giusto un paio di partite, con la sconfitta di Monza che rimette nuovamente sul banco degli imputati Thiam. Nemmeno lui però sembra infondere grande sicurezza, salvo poi riuscire a scrollarsi di dosso la polvere accumulata dal lungo periodo in panchina e risultare decisivo in alcune occasioni, come per il pareggio ottenuto a Perugia. Perde il posto nel finale per colpa di un’influenza che rilancia Thiam, consegnando al collega un finale da protagonista.
La curiosità: nelle 11 presenze con la SPAL è rimasto imbattuto una sola volta, contro il Cittadella. 

Celia: La fascia sinistra difensiva è stata probabilmente uno dei più grossi problemi della stagione della SPAL. Se nelle prime uscite sembravano chiare le gerarchie, con Tripaldelli titolare e lui come rincalzo, col passare delle partite l’ex difensore dell’Alessandria si è preso stabilmente il posto nell’undici iniziale, non sempre convincendo pienamente, ma mostrando spirito combattivo e umilità. Diversi gol sono sulla sua coscienza a causa di distrazioni o letture sbagliate, ma era il prezzo da pagare per un debuttante assoluto in serie B.
La curiosità: chiude da “cattivo” della squadra, con ben 9 cartellini gialli.

Esposito: Come ormai da tradizione è uno dei giocatori più enigmatici da interpretare. Pep Clotet inizia togliendogli la responsabilità di essere il regista e lo affianca a Viviani, affidandogli un ruolo di corsa in entrambi le fasi in mezzo al campo, in cui sembra trovarsi a suo agio. Il cambio di modulo, che lo vede giocare forse troppo decentrato per quelle che sono le sue qualità, inizia a palesare qualche perplessità sulle sue prestazioni, fino a non essere più considerato un intoccabile dal tecnico spagnolo. Le cose, se possibile, peggiorano con l’arrivo in panchina di Venturato, che lo vede solo come alter-ego di Viviani in regia, ma anche qui qualche partita non troppo convincente lo spinge comunque in panchina in favore di un Zanellato decisamente adattato davanti alla difesa. Finisce la stagione come uno dei giocatori complessivamente più utilizzati e con tre gol all’attivo, uno decisivo su punizione nel 2-2 casalingo contro il Cosenza.
La curiosità: deve ancora compiere 22 anni (lo farà il prossimo 7 ottobre), ma nel frattempo può già vantare 70 partite con la maglia della SPAL e 102 apparizioni in serie B con 9 gol all’attivo.

Da Riva: La sua stagione meriterebbe complessivamente la sufficienza, ma la sensazione è che avrebbe potuto fare molto più, sia in base alle referenze che lo accompagnavano sia guardando le sue prestazioni migliori. Per entrare nelle rotazioni di mister Clotet ci ha messo qualche partita anche a causa degli infortuni. Col mister catalano non ha comunque trovato grande continuità di impiego, complice anche un utilizzo non sempre nel ruolo a lui più congeniale. L’arrivo di Roberto Venturato e il passaggio al rombo in mezzo al campo sembravano aver fatto svoltare la sua stagione, ma anche nel girone di ritorno si sono visti troppi alti e bassi.
La curiosità: fa parte di un esercito di oltre 60 calciatori sotto controllo dell’Atalanta e che il club bergamasco dovrà valutare nel corso dell’estate. Di questo consistente gruppo fanno parte anche i compagni di squadra Heidenreich, Vido e Latte Lath. 

Pinato: Altro acquisto del mercato di riparazione. Ha sempre goduto della stima di Venturato, anche quando le sue performance non sono sembrate troppo brillanti. Dal suo arrivo la prima scelta sulla sinistra è stato lui, con alcune apparizioni sporadiche di Zanellato o di Mora. Se in quel ruolo è sembrato avere qualche difficoltà, ha dimostrato di essere molto più a suo agio nelle occasioni in cui è stato schierato sulla trequarti, come con Frosinone e Benevento, nonostante non abbia le caratteristiche tecniche del vero e proprio numero dieci, quanto più di un incursore. La SPAL probabilmente farà una chiacchierata col Sassuolo sul suo futuro.
La curiosità: Dopo Colombo (20 sostituzioni) è stato il giocatore più rimpiazzato a partita in corso della rosa (11 volte), a pari merito con Seck. A differenza del compagno però questo è avvenuto su un totale di 15 presenze.

Colombo: Classica stagione da Dottor Jekyll e mister Hyde. Arrivato dopo aver giocato qualche mese tra i grandi con la maglia della Cremonese, viene subito scelto come punta titolare nel 4231 disegnato da Clotet e questa scelta paga dividendi altissimi nelle prime dieci partite stagionali, con ben cinque gol realizzati, alcuni anche di ottima fattura. Il cambio di modulo, che a volte lo vede anche giocare come esterno offensivo, e un inizio oltre le aspettative portano a un calo fisiologico nella seconda metà del girone di andata, ma da quel momento in poi, nonostante l’impegno profuso, il suo rendimento cambia drasticamente, con un girone di ritorno fatto di prestazioni molto deludenti e zero gol segnati. Joe Tacopina ha detto di voler puntare su di lui anche per il prossimo anno e, con un po’ di fortuna dalla sua parte, probabilmente potremo rivedere il giocatore che aveva incantato a inizio anno.
La curiosità: Nonostante le difficoltà realizzative del girone di ritorno è stato comunque il miglior marcatore della squadra con 6 reti all’attivo. Mancosu ha fatto registrare lo stesso fatturato, ma con 750 minuti di gioco in più.

Finotto: Senza conoscere con certezza la data e le condizioni del rientro di Latte Lath, unico attaccante in rosa in grado di lanciarsi in profondità, lo staff tecnico spallino decide di riportare a casa uno degli eroi della doppia promozione consecutiva sotto la guida di Leonardo Semplici, nonostante una prima parte di stagione al Monza in cui veniva dalla rottura del legamento crociato del ginocchio. Inizia col piede giusto, con il gol del pareggio a Pordenone, ma la sfortuna, che è sempre dietro l’angolo, lo toglie di mezzo per una decina di partite. Fa in tempo a tornare in campo nella fase decisiva della stagione, con Venturato che appena possibile punta su di lui come titolare, non sempre ripagato a dovere, nonostante la doppietta nell’ultimo turno a Benevento.
La curiosità: il Benevento sembra portare discretamente bene all’attaccante veneto. È infatti la squadra alla quale ha segnato più volte da avversario (ben 5). Prima dei due gol nell’ultima di campionato 2021/2022 aveva già bucato i sanniti in Coppa Italia con la maglia del Monza (altra doppietta) e in Supercoppa di Lega Pro ai tempi della sua prima esperienza con la SPAL.

Vido: Altro giocatore già conosciuto da Roberto Venturato arrivato nel mercato di gennaio, dopo una prima parte di stagione in ombra a Cremona. Debutta con l’assist “no-look” che mette in porta Finotto per il gol del pareggio a Pordenone, poi lascia lampi di classe qua e là, prima della grande prova in casa contro la Ternana dove, con due gol e un assist, aveva fatto pensare di essere lui il colpo dell’anno per la coppia Zamuner-Tarantino. Segna anche a Como, nella più bella prestazione collettiva dell’anno, ma poi, inspiegabilmente, inizia a incidere meno, finendo per sembrare quasi svogliato in alcune partite come quella in cosa contro il Crotone. Rimandato a settembre.
La curiosità: con le 16 presenze del semestre di SPAL ha disputato complessivamente 48 partite alle dipendenze di Roberto Venturato, che già lo aveva allenato a Cittadella. Nessun altro tecnico lo ha potuto schierare più volte. Il bilancio complessivo è di 9 gol e 8 assist.

Seck: Joe Tacopina ha detto di aver rifiutato offerte importanti per lui nel mercato estivo, convinto anche dalle parole di mister Clotet che vedeva nell’attaccante senegalese prospettive molto superiori nel giro di qualche anno. Al suo primo anno da professionista trova inizialmente spazio nel trio alle spalle di Colombo, segnando anche un gol contro il Vicenza. Dà però l’impressione di essere un giocatore con grosse lacune dal punto di vista tattico e tecnico, anche se l’età in questo era un fattore dalla sua parte. Dopo aver perso spazio con Clotet, col suo arrivo Venturato ha cercato di re-inventarlo come seconda punta, avvicinandolo di più alla porta, prima di vederlo partire a fine mercato in direzione Torino.
La curiosità: ha debuttato da titolare in serie A lo scorso 23 aprile 2022. Secondo la stampa torinese potrebbe essere uno dei protagonisti della prossima stagione dei granata.

INSUFFICIENTI: Vicari 5; Tripaldelli 5; Crociata 5

Vicari: Con Mora utilizzato col contagocce è stato lui il capitano designato in questa stagione, per lui la sesta a Ferrara. Il rendimento è stato in linea con quello dell’anno precedente se non lievemente peggiore, lasciando la sensazione che i tempi in cui poteva essere un giocatore con molti pretendenti sul mercato siano lontani. Il livello delle prestazioni è stato decisamente altalenante, spesso non sufficiente, condito da un’espulsione a dir poco ingenua per un testa a testa con un avversario sotto gli occhi del direttore di gara nella sfida esterna contro il Cosenza e da una serie di sostituzioni per problemi fisici di vario genere, molte delle quali già nei primi tempi.
La curiosità: Un’altra stagione a Ferrara gli ha permesso di issarsi al decimo posto tra gli spallini più fedeli di tutti i tempi con 191 apparizioni ufficiali. Il “Kaiser” Boldrini è ancora a distanza siderale (286), ma negli ultimi dodici mesi il centrale ha sorpassato leggende come Gibellini (182), Donati (181), Carlo Novelli (174) e Schiavon (166).

Tripaldelli: La sua stagione dura più o meno una quindicina di partite, con Pep Clotet che inizialmente non sembrava avere troppi dubbi su chi dovesse essere il terzino sinistro titolare tra lui e Celia. L’ex difensore del Cagliari però, a fronte di una buona qualità in fase di spinta, ha dimostrato lacune difensive forse superiori alla previsioni, lasciando via via il posto al compagno di ruolo, finendo poi per perdere definitivamente la titolarità con l’arrivo di Roberto Venturato in panchina.
La curiosità: tecnicamente si trovava in prestito dal Cagliari, ma con una clausola di obbligo di riscatto che è già scattata a inizio stagione. Verrà quindi messo sotto contratto per altre due stagioni.

Crociata: Arriva con grandi aspettative, ma riesce a erodere la fiducia di Clotet nel giro di poche partite, in cui peraltro era stato utilizzato un po’ in tutti i ruoli possibili, dall’esterno offensivo alla mezzala. La sua stagione non trova mai la svolta, nemmeno col cambio di tecnico e un sistema, almeno sulla carta, a lui più congeniale vista la presenza di un numero dieci. Una sola giornata degna di gloria per lui, nel 5-1 interno contro la Ternana.
La curiosità: è il giocatore della rosa più volte utilizzato a partita in corso, ben 15 volte.

NON GIUDICABILI: Pomini, Seculin, Almici, Coccolo, Heidenreich, Nador, Pabai, Spaltro, Yabre, Abou, Murgia, Zuculini, D’Orazio, Di Francesco, Ellertsson, Piscopo

Pomini: Le incertezze dei sui colleghi di reparto lo mettono al centro della scena sul finire del girone di andata e, nelle poche apparizioni che gli sono state concesse, è anche riuscito a essere decisivo, come nella vittoria a Crotone. Ha 41 anni, ma il nuovo ds Lupo l’ha spesso portato con sé. Non sarebbe del tutto sorprendente vederlo rimanere.

Seculin: Doveva essere l’ancora di salvataggio in caso di naufragio del progetto Thiam, ma anche lui non si dimostra una certezza e, dopo la brutta prestazione a Frosinone, la società decide di cederlo alla Pistoiese per far posto a Alfonso in rosa. Nel frattempo è retrocesso in serie D con gli arancioni.

Almici: Preso per colmare il vuoto dell’alternativa a Dickmann sulla destra, viene utilizzato inizialmente, ma via via anche mister Venturato è sembrato perdere la fiducia nei suoi confronti.

Coccolo: Poco utilizzato, viene accantonato dopo una prova decisamente negativa contro il Brescia.

Heidenreich: Non trova mai la fiducia del tecnico, né con Clotet né con Venturato e per un ragazzo con una fisico come il suo essere utilizzato col contagocce non è stato sicuramente d’aiuto.

Nador: Riesce a esordire in serie B e per un ragazzo di 19 anni non è nemmeno così poco.

Pabai: Arrivato a gennaio come giocatore “con buone qualità, ma da migliorare sotto l’aspetto tecnico e tattico”, mette insieme solo un quarto d’ora, giocando stabilmente con la formazione Primavera, senza peraltro riuscire a farsi notare.

Spaltro: Dopo la grande professionalità mostrata nella stagione precedente, viene scelto come alternativa a Dickmann sulla destra. La fiducia di Clotet in lui dura poco più di un’ora, prima di essere ceduto in prestito a gennaio.

Yabre: In campo nella prima uscita ufficiale col Benevento in Coppa Italia, viene mandato a fare esperienza in serie C a Cesena, ma il prestito dura appena cinque mesi e viene nuovamente aggregato alla formazione Primavera.

Abou: Una sola apparizione in panchina prima di essere spedito in Bulgaria a febbraio. Non c’è molto altro da aggiungere per il colpo che doveva segnare una prospera collaborazione con il Real Madrid.

Murgia: Clotet cerca di re-inventarlo come trequartista tra la partita di Coppa Italia a Benevento e la prima stagionale a Pisa, pur sapendo che non appena possibile sarebbe stato piazzato sul mercato per sgravarsi, almeno per un anno, del suo ingaggio oneroso.

Zuculini: Joe Tacopina lo ha sempre indicato come un esempio di voglia e attaccamento alla maglia da seguire, ma i numeri del giocatore argentino sono stati oggettivamente nulli in questa stagione, con soli cinquantasette minuti giocati e un minimo impatto solo nella partita di Vicenza, dove è quasi riuscito a portare a casa il rigore della possibile vittoria con un’epica svirgolata.

D’Orazio: Non giudicabile perché, nonostante le 14 presenze e i 370 minuti circa giocati, non è mai stato un giocatore al centro del progetto da parte dei due mister. Tre presenze da titolare con Clotet e una con Venturato, ma a Frosinone e Perugia è sembrato che abbia giocato più per le assenze che per scelta tecnica.

Di Francesco: Inizia la stagione in maglia biancazzurra, ma i tanti infortuni nei due anni precedenti e un ingaggio fuori portata per la categoria spingono la società ad accettare la proposta di prestito da parte dell’Empoli. Ottima scelta, visto che lì DiFra si è rilanciato brillantemente e potrebbe pure rimanere una volta riscattato.

Ellertsson: Poco considerato prima da Clotet e poi fermo per infortunio in quasi tutta la gestione Venturato.

Piscopo: Una sola presenza di pochi minuti, vittima del mercato fatto in fretta in furia dopo il cambio di proprietà.

 

hanno collaborato Alessio Maini e Alessandro Orlandin