foto Filippo Rubin
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La prima al ‘Mazza’ di Daniele De Rossi non poteva assolutamente andare meglio, ma ora è già tempo di tornare in campo e sabato, di nuovo in casa, arriverà il Sudtirol, squadra attualmente tra le più ostiche dell’intero campionato. Nella conferenza stampa pre gara il mister biancazzurro ha risposto alle domande dei giornalisti con serenità, mettendo però tutti in guardia sulla partita non facile che attende la sua squadra.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI – Rimane invariata la lista degli assenti con Varnier, Arena e Proia che non faranno certamente parte dei convocati. Rimangono da valutare anche altre due situazioni: “Sono da monitorare, abbiamo ancora 24 ore e dovremo capire chi sarà disponibile e chi no. Non posso dire di chi si tratta perché poi se li dico e giocano diamo tanto vantaggio agli avversari (ride, ndr)”.

L’AVVERSARIO – “Se vogliamo trovare un’analogia tra la partita contro il Sudtirol e quella contro il Cosenza possiamo dire che entrambe le squadre erano sopra di noi al momento del fischio d’inizio. Il Cosenza veniva da una sconfitta di misura ed era una squadra più in salute di quanto ha dimostrato. Il Sudtirol in sette partite con Bisoli ha ottenuto cinque vittorie e due pareggi: il ruolino di marcia la dice lunga sul loro stato di forma. Hanno uno stile di gioco molto riconoscibile e un’atteggiamento molto simile a quello del loro allenatore, che è una persona che stimo e che conosco da tanto tempo. Tra noi c’è sempre stata simpatia reciproca. Oltre a fare tanti punti Bisoli ha trasmesso alla squadra quella grinta proverbiale che ha sempre avuto da calciatore e allenatore”.

ORGANICO SENZA STELLE – “Gli organici senza nomi lo sono forse al momento, ma poi diventano di grande prospettiva. Il Cittadella ha avuto per anni organici apparentemente senza nomi che poi però lo sono diventati e Moncini ne è un esempio. Lo stesso Spezia che ha vinto il campionato non aveva un organico di spessore mediatico come quelli che possono annoverare oggi Parma, Genoa o Cagliari. Però ci sono squadre che vincono la serie C con un’identità e un gruppo tale che li porta a competere ad alti livelli, e li rende squadre temibili. Penso al Pescara di Zeman di qualche anno fa che non aveva nomi: ma quei non-nomi erano Verratti, Immobile e Insigne. Ci sono squadre forti: i nomi contano poco in serie A e ancora meno in B”.

POSSESSO PALLA – “A loro probabilmente non interessa avere il possesso palla, ma non credo non siano capaci di superare il 40%. È una scelta chiara dell’allenatore, come lui tanti altri preferiscono lasciare palla agli avversari. Sono filosofie, strategie e modifiche che si fanno in base alla squadra che si ha. L’allenatore è tutt’altro che uno sprovveduto e dobbiamo essere pronti a non rischiare il contropiede, a non perdere palla troppo facilmente. La sensazione è che anche domani il possesso lo avremo prevalentemente noi, potrebbe essere e dovremo essere pronti sia a fare una partita paziente con la palla e sia ad adattarci se loro dovessero essere più aggressivi nella nostra metà campo: saremo pronti a tutto. Se guardiamo i numeri la probabilità che avremo più la palla noi è alta, ma a noi piace averla. Dobbiamo entrare nell’ottica che tenere il possesso è un vantaggio sia per attaccare sia perché così facendo è difficile prendere gol a meno che tu non faccia follie”.

LAVORO SETTIMANALE – “Quando si vince 5-0 l’atmosfera è positiva. Lo era anche nei primi giorni con completa e totale disponibilità da parte dei ragazzi. È stata una settimana bella, meno spezzettata e abbiamo potuto lavorare su più fronti, con tanti allenamenti intensi. Abbiamo anche fatto una sessione di gioco, divertimento e relax. Nel complesso abbiamo cercato di bilanciare carichi di lavoro fisici e mentali e devo dire che mi è piaciuta la risposta”.

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA – “Squadra che vince non si cambia non so se sia una frase giusta e non mi appartiene. Alcune partite vanno affrontate in una certa maniera, con determinati giocatori anche in base all’avversario. Se vinco 5-0 una partita con un difensore alto un metro e settanta e la partita dopo la squadra che affronto ha una punta di un metro e novanta magari posso cambiarlo quel difensore. È vero anche che una partita così positiva come quella di sabato scorso dà dei segnali. Quando uno vince in maniera molto netta è poi probabile che parecchi giocatori si ritrovino in campo la settimana dopo”.

L’IMPRONTA – “Io non sto insegnando chissà quale invenzione, quello che chiedo rispetto ai loro ordini di prima è di tenere un po’ più la palla e il possesso. Vorrei che costruissero l’azione in maniera più ordinata con palla bassa. Nella fase finale sono io che devo trovare il mix giusto tra il mio ideale di sviluppo offensivo e le caratteristiche dei ragazzi che ho a disposizione. La materia prima è la cosa più importante ed è fondamentale rispettare le peculiarità dei giocatori perché sono forti e sono loro che hanno fatto vincere me contro il Cosenza e non viceversa. Se io li rispetto anche calcisticamente ci faranno togliere un sacco di soddisfazioni come quella di sabato scorso”.

CALCI DA FERMO – “Sarebbe bello fare un altro gol da calcio da fermo (ride, ndr). É sempre un aspetto che curiamo: lo facciamo molto più noi in sala video rispetto a quello che facciamo in campo. Diamo una ripassata di ciò che già sappiamo, alle cose nuove, anche in funzione degli avversari: come e in quanti marcano o in quanti sono sui corner a favore. Stiamo attenti perché il mio vice mi ha ricordato che 70/75% dei gol vengono da calcio piazzato. Non è la mia più grande passione ma dobbiamo valorizzarli perché da lì nascono cose importanti”.

INTESA TRA ATTACCANTI – “La squadra è stata costruita per avere due prime punte. Aveva senso continuare con questa filosofia e bisogna rispettare il valore di due giocatori fortissimi. Sta a me farli coesistere e dialogare calcisticamente, anche perché poi umanamente vanno d’accordissimo. Dobbiamo cercare di farli combinare tra loro un po’ di più in campo: è tutto lavoro nostro, finora abbiamo fatto un po’ di analisi di ciò che abbiamo toccato ed è un numero di elementi e di giorni abbastanza sufficiente. Spesso li abbiamo formati su cose basilari e la loro combinazione è stata un po’ tralasciata, ma ci siamo resi conto che hanno bisogno di trovare l’alchimia migliore”.

LA MANTIA – “Non segna da cinque partite anche se con il Cosenza l’avrebbe meritato perché ha fatto un grande lavoro. Non segnando da un po’ ovviamente non è felice. Stiamo cercando di trovare la maniera migliore per servirlo perché è uno che in serie B ha fatto valanghe di gol. Dobbiamo trovare il compromesso tra le qualità di chi lo serve e le sue qualità nel segnare. In queste partite non è stato brillantissimo ed è stato per colpa nostra perché abbiamo usato una metodologia che lo porterà a fare prestazioni eccezionali. L’abbiamo un po’ caricato anche nel lavoro e forse può soffrirne più degli altri data la sua struttura fisica. Se è ancora un po’ frenato è solo per causa nostra e mia, ma appena si sbloccherà e troverà la condizione migliore secondo me ci darà tante soddisfazioni”.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (3412): Alfonso; Peda, Meccariello; Dalle Mura; Dickmann, Esposito, Murgia (Valzania), Tripaldelli; Maistro; La Mantia, Moncini.