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Il turno di Santo Stefano non rivoluziona solo le vite dei tifosi, ma anche quella delle squadre di calcio. Tanto che Daniele De Rossi si ritrova a incontrare la stampa a 72 ore da SPAL-Pisa e non deve nemmeno far finta di non aver ancora sciolto alcuni dubbi di formazione: “In genere vengo qui e vi mento spudoratamente – ha scherzato il tecnico – mentre stavolta ho davvero qualche scelta ancora da valutare“.

ESPOSITO IN PARTENZA – “Nell’ultima settimana mi sono concentrato solo sulla partita che stiamo preparando, anche perché Esposito è squalificato e quindi non c’è nemmeno la possibilità di vedere un giocatore turbato che va in campo. Salvatore lo vedo sereno e per il resto i discorsi li portano avanti i dirigenti, mentre io rimango al corrente di tutto. Non voglio parlare di mercato come impegno personale perché sarebbe sbagliato nei confronti dei giocatori che saranno convocati. Ma soprattutto perché può togliermi un 1% di attenzione e motivazione e al momento non c’è niente da modificare. Casomai sarà dal primo gennaio in poi“.

PISA – “Giochiamo contro una squadra che ha fatto una striscia di risultati incredibili ed è condotta da un allenatore (D’Angelo) che stimo parecchio. Il Pisa ha individualità molto interessanti e che sarà un partita difficile penso lo abbiano capito tutti gliche hanno incontrato in tempi recenti. Siamo preparati: poi ci sono dei valori in campo e proveremo in tutti i modi a vincere questa partita, sarebbe molto importante per noi e per la classifica“.

ATTEGGIAMENTO – “Vediamo, mancano ancora diversi giorni e non ho le idee del tutto chiare. Il fatto di essere remissivi o meno è dato dalla qualità dell’avversario. A volte abbiamo avuto la palla e gli avversari faticavano a levarcela. Se poi gli altri sono più bravi di noi nella gestione e negli uno contro uno bisogna complimentarsi. Però ci consideriamo bravi anche noi e rivedendo la partita ho visto tante cose fatte bene. Anche se non cambio l’idea sul fatto che il Parma non meritasse di perdere. Faccio un esempio: eravamo tutti nella metà campo avversaria sull’occasione avuta da Rauti e quello poteva essere un gol potenziale del 2-0 in un momento in cui loro non avevano creato granché“.

MORALE – “Il morale era buono anche quando perdevamo, ovviamente c’è stata un’impennata dopo Parma, anche nell’orgoglio. Il mio lavoro sta anche nel tenere basse le creste, perché è stata una grande vittoria, seppure giocando meno bene di quanto avremmo potuto. Il risultato di domenica scorsa ci ha dato un’iniezione di fiducia in vista delle prossime partite. Sappiamo che possiamo perdere contro chiunque perché siamo artefici delle nostre sconfitte, ma possiamo anche vincere contro tutti. Solo che non vinciamo mai e quindi i ragazzi magari iniziavano a non crederci. Invece c’è stata la prova tangibile a Parma. Da quando sono qui sono state più frequenti le occasioni in cui siamo stati noi a far sembrare gli altri più remissivi nell’atteggiamento”.

CENTROCAMPO – “Ci sono tante opzioni per sostituire Esposito (che è squalificato, ndr): ci sono giocatori che possono giocare nel suo ruolo, oppure possiamo cambiare sistema. Un’idea nella testa ce l’ho già chiara, ma non la dico perché quello che è chiaro il venerdì può essere accantonato il sabato mattina“.

PRATI – “Matteo è un giocatore come tutti gli altri, ha un ruolo identico a Esposito seppure con caratteristiche un po’ diverse. In questo periodo ha avuto poco spazio perché davanti ha un giocatore importantissimo e con più esperienza. Lo considero forte, infatti al primo allenamento ho detto al mio vice di tenerlo d’occhio perché mi era piaciuto l’atteggiamento. È un ragazzo che gioca ordinato, che ha tecnica e sa inserirsi. Nonostante la giovane età sa già riconoscere le giocate utili da quelle inutili e questo già lo colloca a buon punto. Se Salvatore dovesse andare via magari ci sarà modo di dargli più spazio“.

POSSESSO – “Quella del possesso efficace o meno è una discussione che si è creata nel calcio e non riguarda solo me e continuo a pensare di non fare parte di una filosofia in particolare, ma di trovarmi nel mezzo. Il possesso è una cosa determinante per una squadra, ma non non c’è una correlazione tra avere la palla e perdere le partite. Conta cosa ci fai col possesso. Col Parma ci si può accontentare di avere una percentuale inferiore perché si va a cercare un po’ più in profondità, mentre con una squadra che ti aspetta in area può aver senso avere un dominio maggiore. Non penso che abbiamo vinto a Parma perché abbiamo fatto meno possesso: è un dettaglio. Se rifacciamo la stessa partita potremmo perderla, perché magari una di quelle palle che sono passate in area vengono buttate dentro. Per me conta soprattutto l’equilibrio: da ex centrocampista mi sgolavo perché volevo i difensori più alti e gli attaccanti più vicini, altrimenti mi trovavo sempre da solo a correre. Quindi l’equilibrio è la base ed è ciò che dobbiamo ricercare“.

SPIRITO DI SACRIFICIO – “Sul salvataggio fatto a Parma Esposito è stato meraviglioso, ma dietro di lui c’era Meccariello pronto a intervenire. L’ho fatto anche rivedere ai ragazzi col video ed è un particolare che quasi mi ha commosso. Partite come quelle di Parma mi piacevano da giocatore, perché c’era da mettere quel qualcosa in più. Ce l’eravamo promessi a fine primo tempo, di andare oltre le nostre possibilità pur di vincere la partita. Vedere un’occasione come quella mi ha quasi riconciliato con questo lavoro, perché Esposito si è fatto quaranta metri di campo per rientrare dopo un’uscita alta e Meccariello si è riposizionato dopo aver marcato il centravanti. Poi il fatto che abbiamo vinto mi fa vedere tutto più positivamente. Però dal primo giorno sottolineo questo. Le corse, gli atteggiamenti, le esultanze, i comportamenti in panchina“.

DIFESA – “Non ho la sensazione che questa squadra si trovi più a suo agio a difendersi, perché in questa maniera ci consegneremmo troppo all’avversario. Rinunciare a dominare il gioco perché si ha l’impressione di difendere bene secondo me sarebbe un errore, visto che alla fine può succedere di tutto. L’abbiamo visto col Benevento: un rimpallo e un’espulsione e perdi la partita. Quello che contraddistingue questa squadra è che non molla mai. Dirlo una vittoria mi fa sembrare meno scemo. Dico anche che la reazione che deve avere una squadra di fronte alle avversità non deve essere solo quella di fare la lotta, ma anche giocare. Mostrare rabbia vuol dire anche essere 2-0 e pensare ‘ora facciamo il terzo e il quarto e li ammazziamo’. La reazione non può essere solo nervosa e in situazioni disperate“.

CELIA – “Eravamo preoccupati subito dopo l’infortunio, sembrava più grave di quanto poi è effettivamente. Ha corso oggi e sta molto meglio: ci sono ancora alcuni giorni per decidere, ma in qualunque caso giocherà Tripaldelli perché ogni volta che entra o viene schierato titolare dà il suo contributo. Sono due giocatori che mi fanno dormire entrambi sonni tranquilli. Non tentiamo recuperi folli, c’è un’alternativa molto importante“.

BILANCIO – “Difficile fare dei bilanci poco prima di una partita, perché fa la differenza chiudere un girone con 20, 21 o 23 punti. Meglio tirare un linea dopo Santo Stefano. Posso fare un bilancio a livello umano, quello sì. Alla SPAL sto da dio, sia per la qualità delle persone trovate dentro al centro sportivo sia fuori. Ovviamente vorrei vincere qualche partita in più e rendervi felici, facendovi soffrire di meno. Ce la mettiamo tutta, io per primo. Le mie giornate sono dentro queste mura dalle 7 di mattina fino alla sera. Sono alla prima esperienza da allenatore e ho grande passione, neanche per un secondo ho mai detto: ‘Ma chi me l’ha fatto fare’. Magari a volte mi è capitato di pensarlo e l’ho cancellato immediatamente. La parte difficile è stata subentrare. Farlo alla decima volta ti dà la possibilità di avere un’idea di cosa ti aspetta, mentre per me è stato complicato. Se inizi dal principio puoi intervenire in mille aspetti, anche se devo dire che tante cose che non ho avuto modo di scegliere le ho trovate qui e tutto è andato bene. Parlo di giocatori, staff, dirigenti, strutture. Mi considero un allenatore fortunato“.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (3421): Alfonso; Peda, Varnier, Meccariello; Dickmann, Murgia, Zanellato, Tripaldelli; Maistro, Valzania; La Mantia.