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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sulla sconfitta di misura che ha chiuso il deludente girone d’andata della SPAL 2022/2023.

Stesso modulo, diversa interpretazione

Dopo un periodo di esperimenti più o meno discutibili De Rossi sembra essersi assestato su un sistema di partenza 3421 e probabilmente è da questa idea tattica che verranno sviluppate le strategie per il mercato di gennaio. Ci sono due evidenze da prendere in esame. La prima: il modulo conta fino a un certo punto, perché tra la partita di Parma e quella col Pisa si sono viste due interpretazioni quasi opposte. Una più accorta e l’altra più aggressiva, anche se poi il gol di Sibilli ha demolito la fiducia che la squadra sembrava avere. Al Tardini il gol di Rabbi era capitato per sbaglio, quello annullato lunedì sotto la Ovest era invece stato costruito con una giocata codificata e un’esecuzione impeccabile. Seconda evidenza: per giocare come ha si presume abbia in mente De Rossi servono giocatori di qualità, soprattutto sulla trequarti. Maistro è uno di questi e non andrà da nessuna parte, resta da capire chi potrebbe essere l’altro interprete, perché Valzania è incursore ma le giocate di un Tremolada o di un Morutan non le sa fare (giusto per citarne due visti di recente di passaggio al Mazza). Ah, altro particolare: il mediano davanti alla difesa, con questa configurazione, è un lusso e non più una necessità.

Calma, che è un campionato più strano del solito

Se si parla esclusivamente di punti il rendimento della SPAL è stato deludente, specie da quando si è insediato il nuovo allenatore. Chiudere il girone d’andata al 16° posto a quota 20 fa inevitabilmente paura, soprattutto perché i rapporti di forza non sono quelli tradizionali, con due o tre squadre disperate sul fondo della classifica. E lo spettro della serie C è peggio di quello del Natale passato. Però bisogna anche provare a ragionare con lucidità. Dall’ultima all’ottava ci sono appena nove punti: sintomo di un equilibrio che in categoria si è visto raramente e che può portare a stravolgimenti rapidi. Com’è vero che Perugia, Como e Venezia stanno invertendo la tendenza negativa è altrettanto innegabile come di recente siano entrate in difficoltà Brescia, Cosenza, Cittadella e Ternana. La SPAL al momento non dà l’impressione di essere in grado di fare due vittorie consecutive, ma considerarla alla stregua di una condannata significa lasciarsi andare alle emozioni.

Fuori Esposito, dentro Prati

Vedremo come andrà a finire con Esposito e la sua eventuale cessione, ma la scelta fatta lunedì da De Rossi sembra quasi una coraggiosa dichiarazione d’intenti rispetto al presente e soprattutto al futuro della società. Involontaria, quasi sicuramente (si veda il punto successivo), ma che andrebbe nella direzione giusta. Le realtà che guardano al futuro – e usano il mercato come strumento di sostentamento – fanno esattamente questo: trovano spazio ai giovani e puntano sulla loro crescita. Prati compirà 19 anni (!) il 28 dicembre e fin dall’estate è stato tenuto in grande considerazione dall’area tecnica nonostante provenisse dalla serie D. Contro il Pisa non ha fatto una partita memorabile, ma quasi mai i giocatori inesperti mostrano grandi cose all’inizio. Il suo impiego in pianta stabile non è certo la risposta ai problemi del centrocampo della SPAL, ma può diventare un manifesto: i giovani talenti ci sono, anche tra i ragazzi più giovani di Prati, e meritano un’opportunità.

Che si fa con La Mantia?

A proposito della valorizzazione degli asset del club: che progetti ha De Rossi con La Mantia? Il declassamento ad alternativa sembra ormai palese: solo due apparizioni da titolare nelle ultime cinque. Quello che era stato elevato a gioiello della campagna acquisti ora è un vero e proprio caso, anche se l’allenatore per il momento minimizza la questione. La pratica in realtà non è di così facile gestione. Se De Rossi ha intenzione di proseguire con l’attuale impostazione di gioco – e sembra seriamente intenzionato a farlo – ALM19, Moncini e Rabbi dovranno sgomitare tra di loro per trovare posto. E per ora La Mantia sembra essere davanti solo a Rauti e Finotto nelle preferenze del mister. Non proprio uno scenario entusiasmante per il diretto interessato. Al di là della presenza nell’undici iniziale contro Modena e Palermo, il centravanti è entrato a Perugia per rimpiazzare l’infortunato Moncini e quindi è stato utilizzato per le mezz’ore finali di fronte a Parma e Pisa. Magari con l’arrivo di due mezzepunte di un certo tipo (se arriveranno) ci sarà la svolta. C’è da augurarselo perché chi invoca la cessione di La Mantia tra l’altro ignora un particolare: per fare una cosa simile ci sarebbe anticipare il suo riscatto previsto per luglio e quindi spendere una somma consistente. Stesso discorso si applica per Proia, tra le altre cose.

Mancano 18 giorni alla prossima partita

Il 2022 si è chiuso con numeri da brividi, soprattutto in casa: 20 partite con 5 vittorie, 7 pareggi e 8 sconfitte. Il 2023 si aprirà a Reggio Calabria per incontrare una Reggina che in tempi recenti ha riservato solo schiaffi. In mezzo ci saranno 18 giorni di mercato che potrebbero sancire la partenza di Esposito e non solo. Non sorprende che ci sia preoccupazione. Quello di gennaio è un mercato di opportunità più che di scelte (cit.) e tutti vorranno rinforzarsi, vista l’incertezza che contraddistingue il campionato. Al netto di teorie del complotto e avventurose valutazioni su cifre, formule e scenari economico-finanziari, una raccomandazione: proviamo a trarre delle conclusioni solo una volta chiusa questa sessione. È il modo migliore per evitare di impazzire.