foto ufficio stampa SPAL
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Il tesseramento di Giannis Fetfatzidis (1990) è diventato ufficiale domenica 22 gennaio dopo alcuni giorni di attesa a causa di lungaggini burocratici sull’asse Italia-Qatar. Il trequartista greco era arrivato a Ferrara nella scorsa settimana dall’Al-Sailiya, ma ha dovuto pazientare un po’ per diventare effettivamente un giocatore della SPAL. Ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2024 e per vestire biancazzurro ha rinunciato a una quantità considerevole di denaro visto che il suo ingaggio col suo precedente club ammontava approssimativamente sugli 1,3 milioni di euro.

Fetfa” – come è generalmente soprannominato – ha 32 anni e dall’ottobre del 2020 giocava nella Qatar Stars League, ossia uno di quei campionati in cui i professionisti vanno a trascorrere l’ultima parte di carriera per ragioni quasi esclusivamente di ordine economico. Può quindi un elemento in apparente parabola discendente essere in grado di aiutare la SPAL nella sua corsa alla salvezza? Fermandosi in superficie e osservando la forma fisica esibita nella fotografia scattata per la news ufficiale verrebbe da dire di no, ma la questione merita di essere approfondita un po’ più attentamente, perché la traiettoria calcistica e di vita del trequartista greco è stata tutt’altro che lineare e fermarsi a Wikipedia può essere piuttosto riduttivo.

Anche il sito ufficiale dell’Al-Sailiya ha preferito la sintesi rispetto al complicato cognome: probabilmente faremo così anche a Ferrara

Nel decennio scorso Fetfatzidis era entrato sulla scena del calcio greco come uno dei talenti più brillanti della sua generazione: mancino naturale, molto rapido nei primi passi, dotato di grande tecnica individuale, di visione di gioco e la capacità di concludere a rete sia di potenza sia di finezza pur non essendo un realizzatore puro. Dopo gli inizi da predestinato nell’Olympiakos (7 presenze e 2 gol nelle coppe europee tra il 2009 e il 2013) e il precoce debutto con la Nazionale maggiore (8 ottobre 2010, a vent’anni ancora da compiere) la stampa ellenica iniziò ad appiccicargli addosso l’etichetta del “Messi greco“, anche a causa della sua statura di 168 cm.

Ne ha parlato lui stesso nel 2021, in una delle rare interviste concesse alla stampa greca negli ultimi anni: “A quel tempo pensavo che quella definizione non influisse più di tanto sulla mia carriera, ma successivamente ho realizzato che mi dava fastidio. Sicuramente ha avuto un peso nel percorso che ho fatto, anche perché agli inizi venivo preso in giro per via della mia statura“.

[Un gran gol di Fetfatzidis in una partita della coppa nazionale greca, ai tempi in cui si parlava di lui come il Messi di Grecia]

Uno dei punti di svolta per la carriera di Fetfatzidis poteva essere rappresentato dal trasferimento al Genoa nell’estate del 2013. Il mancino nato a Drama aveva l’obiettivo di imporsi a un livello superiore e riuscì a dare un contributo discreto (31 presenze, 11 da titolare e 2 gol) alla tranquilla salvezza dei rossoblù per poi prendere parte al Mondiale 2014 in Brasile con la sua nazionale. Nella stagione seguente un infortunio ad agosto lo portò gradualmente fuori dal radar di Gian Piero Gasperini (5 presenze, 2 da titolare con 2 gol) e il passaggio in prestito al Chievo nel mercato di gennaio non migliorò le cose con appena altre 4 apparizioni, tutte dalla panchina.

Stando sempre a una recente intervista il parziale fallimento nel calcio del nostro paese rappresenta uno dei rimpianti di Fetfatzidis: “Se potessi tornare indietro non farei l’errore di lasciare l’Italia. Lì ho sbagliato, anche perché durante i Mondiali ci fu interessamento del Milan, anche se poi non ci fu un seguito. Purtroppo quando ero al Genoa non prestavo troppa attenzione alle consegne tattiche. Ero giovane e pensavo di più a ciò che potevo fare in base al movimento dei compagni. Ora guardo al calcio in maniera molto diversa“.

Da tempo il giocatore stava valutando le opzioni per un rientro in Europa dopo la prima salvezza presa per i capelli e la successiva amara retrocessione nella serie B del Qatar (!) con l’Al-Khor. Nell’estate 2022, prima di firmare per l’Al-Sailiya (attualmente ultimo in classifica nella QSL), il suo nome era stato accostato al Panathinaikos e all’Aris Salonicco. Proprio con l’Aris Fetfatzidis ha vissuto l’ultima stagione da protagonista in patria (2019/2020) con 42 presenze, 5 gol e la qualificazione al secondo turno preliminare di Europa League.

[In montaggi video di questo genere sembrava fortissimo anche Marko Jankovic, però qualche spunto interessante per capire di cosa è capace Fetfatzidis c’è]

La parentesi in Qatar non solo è stata deludente nei risultati, ma ha anche disatteso un po’ le aspettative del giocatore, che nel triennio 2015-2017 – dopo il semestre al Chievo – si era confrontato con la realtà della Saudi Professional League in Arabia Saudita vincendo anche un paio di trofei nazionali. Sempre dall’intervista del 2021 a Gazzetta.gr: “Il livello tecnico non è dei più alti. C’è l’Al Sadd che ha qualità e potenzialità superiori alle altre squadre e può contare su giocatori che potrebbero stare anche in Europa. Altri due o tre club si avvicinano, per il resto le cose sono abbastanza difficili“.

[Probabilmente anche il livello generale dei portieri che giocano in Qatar è migliorabile]

Malgrado nel sentire comune vengano collocati più o meno nella stessa fascia, il campionato saudita e quello qatariota viaggiano su coefficienti di difficoltà abbastanza diversi. L’Arabia Saudita ha iniziato con maggiore anticipo a investire sullo sviluppo del calcio locale e attualmente occupa un posto più alto nel ranking Fifa (49) rispetto al Qatar (60), che solo di recente ha iniziato a convogliare milioni di euro nel sistema. La Saudi Professional League è una destinazione scelta da moltissimi calciatori brasiliani e non necessariamente a fine carriera: solo in questa stagione sono 28 distribuiti tra le 16 partecipanti. Per fare una comparazione: le squadre saudite hanno alzato per 6 volte l’equivalente asiatico della Champions League (con 9 finali perse), mentre quelle del Qatar hanno trionfato solo in due occasioni (1995 e 2011).

[Comunque gol del genere li fai se hai qualità, a prescindere dal campionato che stai giocando]

Il livello degli stranieri del campionato del Qatar ancora non è paragonabile a quello dei vicini sauditi, che peraltro di recente hanno fatto il botto portando all’Al-Nassr nientemeno che Cristiano Ronaldo. Nel corso degli ultimi mesi Fetfatzidis ha incrociato sul campo diversi calciatori passati in maniera più o meno memorabile nella serie A italiana: Rafinha (1993 – ex Inter), Belfodil (1992 – Bologna, Parma, Inter e Livorno), Nzonzi (1988 – Roma) e Pastore (1989 – Palermo, Roma).

Le principali incognite su Fetfatzidis riguardano quindi la condizione atletica e soprattutto il tempo di adattamento ai ritmi più serrati della serie B dopo un periodo così lungo in un torneo di modesta competitività. De Rossi ha già avuto modo di esprimersi sull’argomento nella conferenza stampa postpartita di SPAL-Ascoli:

“Avevo molte perplessità sulla sua condizione fisica, ma ha giocato fino a poco tempo fa anche se in un campionato poco allenante. Per ora ha fatto qualche partitina e l’ho visto bene. Anche umanamente mi è piaciuto il suo ingresso in squadra”.

Già venerdì DDR aveva evidenziato come il greco fosse stato accolto positivamente dal gruppo e avesse portato energie nuove.

Dal punto di vista tecnico gli verrà chiesto di fare ciò che sa fare meglio: collocarsi sul lato destro della trequarti offensiva per rientrare sul mancino e creare scompiglio nelle difese avversarie, sia con imbucate per i compagni, sia con tentativi personali. La velocità di esecuzione non sarà quella del 2013, ma creatività e visione di gioco sono ancora quelle dei giorni migliori.

[Il terreno di caccia preferito da Fetfatzidis nel corso della sua carriera – via WyScout]
Nelle ultime due stagioni e mezza Fetfatzidis ha tentato una media di 6,78 dribbling a partita, per quanto agevolato da un’opposizione spesso inadeguata per quelli che sono gli standard del nostro continente. Alla SPAL, in questo momento, i primatisti in quella casella statistica sono Tripaldelli (!) con 5,8 e Maistro con 4,8. Proprio con Maistro il greco dovrebbe comporre la linea di trequartisti che avrà il compito di dare maggiori soluzioni al gioco di De Rossi, visto che la SPAL è quint’ultima in campionato per numero di 1 vs 1 tentati. Quando il giornalista greco Vasilis Tempelis chiese a Fetfatzidis se gli sarebbe piaciuto dribblare tutti e gli undici giocatori avversari lui rispose: “Perché non dovrei? Se ci fosse l’occasione ci proverei di sicuro“.

[In teoria Fetfatzidis può essere utile anche quando è ora di ribaltare velocemente il fronte offensivo]
Nonostante la sicurezza nei propri mezzi che in passato ha ostentato, Fetfatzidis è in realtà un tipo che non ama eccessivamente la ribalta mediatica e non frequenta i social media: “Credo che i tifosi mi apprezzino perché non faccio niente per attirare l’attenzione. Mi possono giudicare dal carattere e da quello che riesco a fare in campo. Mi considero una persona umile e non ho mai avuto la testa tra le nuvole, anche quando le cose andavano molto bene“.