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Alla vigilia di una sfida quantomeno delicata per le sorti della SPAL in campionato, mister Daniele De Rossi è stato fisicamente accompagnato ai microfoni della sala stampa dello stadio Paolo Mazza dal direttore tecnico Fabio Lupo. Un piccolo gesto che racconta come la settimana di silenzio societario sia servita per tentare di ripristinare equilibri e stabilità tra i diversi piani della struttura del club. Nel corso della conferenza stampa sono stati diversi i temi e gli spunti discussi dal tecnico, alla luce soprattutto dell’eco mediatica delle sue dichiarazioni di una settimana fa e del mancato post-partita della sconfitta interna contro il Bari.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI – Rientrano Maistro, dopo aver scontato un turno di squalifica, e Tripaldelli, spedito in tribuna sabato scorso dopo aver trascorso “una settimana un po’ ballerina per le voci di mercato che lo avevano visto coinvolto (Benevento, ndr)“. Da valutare ancora Varnier che, nelle parole del mister, “ha vissuto una settimana simile a quella trascorsa da Valzania prima della scorsa giornata, con alcuni dolori. Di sicuro non giocherà, ma a margine dell’allenamento di oggi ci siamo ripromessi di valutare almeno se fosse convocabile per la panchina“.

VENEZIA – “Sarà una partita molto importante, anche se non lo definirei sicuramente come uno spareggio perché sarebbe sbagliato parlarne con così tante partite ancora davanti. Dobbiamo affrontarla però con la testa con cui si dovrebbe affrontare una finale, perché ci ritroviamo nella stessa zona di classifica e al momento abbiamo lo stesso obiettivo. Una partita importante come lo erano quelle con Bari, Ascoli e tutte le partite che abbiamo affrontato nell’ultimo periodo”.

CONDIZIONE – “Fetfatzidis e Nainggolan hanno guadagnato minuti nelle gambe, almeno in allenamento. Poi una valutazione migliore la si ha in partita, che dà sempre stimoli fisici e mentali diversi. La condizione sta migliorando, si allenano con le rispettive caratteristiche, con intensità e senza mai saltare un singolo allenamento. Mi sembrano sempre più frizzanti, siamo contenti. Secondo me sta dando risposte positive anche Giuseppe Rossi: non è convocabile, non può giocare, ma mi sembra giusto riconoscere i miglioramenti che sta avendo, secondo me incredibili“.

BARI (E LE ALTRE) – “Di buono ho visto quello che ho visto anche in altre partite più o meno recenti, contro Bari, Ascoli, Palermo, Modena e Pisa: cinque partite in casa in cui abbiamo raccolto due punti ed è una bestemmia calcistica per quello che avevamo prodotto e per le occasioni che avevamo avuto. Se ci limitiamo al Bari, abbiamo giocato i primi venti minuti in cui non ci hanno minimamente messo in pensiero e in cui abbiamo tirato 3-4 volte verso la porta dagli ultimi quindici metri. Alla fine della partita avevamo uno score di 24 tiri a 9 che significa anche che stiamo migliorando il nostro gioco: è vero che all’inizio eravamo padroni della palla e poco inclini al tiro e a far male, ma stiamo cambiando. Poi dall’essere pungenti a fare gol c’è quel sottile filo, che nel secondo tempo abbiamo superato. Ho visto un ottimo primo tempo, in cui hanno fatto entrambi i gol in maniera abbastanza fortuita, anche se loro sono sicuramente una squadra forte. A me il Bari piace molto, sia come caratteristiche dei singoli giocatori sia come struttura di squadra. Nel secondo tempo ho visto una grande reazione che si è temporaneamente esaurita sull’1-4: lì abbiamo dato la sensazione per una decina di minuti di aver mollato che è la cosa che mi dispiace di più. Non è accettabile, ma a volte è comprensibile: vai sotto di due gol, subisci il terzo in contropiede, fai l’1-3 e poi prendi il quarto gol su colpo di testa in area di un giocatore contro quattro o cinque e questo spezza inevitabilmente le gambe. Siamo riusciti a rimontare due gol ma non a pareggiarla. La reazione, l’atteggiamento e il cuore dei ragazzi crescono esponenzialmente giornata dopo giornata, quindi da quel punto di vista non posso che essere felice, ma bisogna vincere le partite“.

Celia mi è piaciuto molto, è un ragazzo che ha fatto molto bene anche a Cagliari e che sta dando una grande spinta non solo calcistica o tecnica, ma anche sul piano della proposizione e dell’atteggiamento, corse o giocate che siano. Di Tripaldelli potrei dire lo stesso: da questo punto di vista abbiamo due giocatori con la stessa attitudine, che sbagliano forse un po’ troppo ma che cercano sempre di fare qualcosa di propositivo per la squadra. Da questo punto di vista sono felice. Raffaele ha sbagliato in occasione del 2-0 del Bari, ma sicuramente ha una grande forza di prendere decisioni calcistiche, grande corsa e buona proprietà di palleggio. È un giocatore di cui sono molto felice“.

EQUILIBRIO – “Equilibrio è quella parola che noi cerchiamo sempre in campo e che dobbiamo cercare anche fuori. Lavorare con entusiasmo è quello che cerco: personalmente vengo al campo con il sorriso e secondo me con l’intensità giusta che serve anche dopo sconfitte cocenti. A volte mi violento per sembrare più fiducioso o felice di quanto in realtà non sia, perché a volte vorrei stare nascosto a letto dopo certe sconfitte o prestazioni, ma non posso farlo. Ci vuole la ricerca dell’entusiasmo e una sana spolveratina di delusione, tristezza o sentimento di fallimento rispetto a quello che stiamo facendo: lo dobbiamo provare perché stiamo facendo pochi punti. Se si analizzano singolarmente le partite la squadra sta progressivamente giocando un po’ meglio, ma se poi non vinci le partite serve a poco“.

ECO MEDIATICA – “Sono più di vent’anni che faccio calcio a livello professionistico, anche a livelli importanti, ho un dominio delle mie parole e dell’italiano che considero accettabile, per cui so che quando parlo, in base a quello che dico, posso fare rumore. Se arrivo con l’intenzione di fare 0-0 per non svelarvi qualcosa o coprire alcuni aspetti e mettere un po’ di polvere sotto al tappeto, magari quello che dico non esce da nessuna parte. Se invece alzo un po’ i toni sono consapevole che ci possa essere un ritorno di quel tipo e come quello che effettivamente c’è stato. Ne ero consapevole, assolutamente“.

Con Lupo avevamo il dovere di chiarirci perché una cosa è certa: a prescindere dalle cose dette, dalle cose fatte e da quelle non fatte, abbiamo lo stesso obiettivo. Questo è poco ma sicuro. Magari cercheremo diverse strade per raggiungerlo, ma è sempre lo stesso. Ci siamo parlati, non mi piace stare in ambienti con gente con cui non parlo. Penso che qui a Ferrara e dentro al club mi vogliano bene tutti, fuori tra i tifosi non lo so (ride, ndr), ma nel club ho instaurato un rapporto fantastico con tutti e avere una persona con la quale essere in tensione non mi piace. Abbiamo parlato e non ci sono problemi, ci siamo chiariti dicendoci fondamentalmente le stesse cose, ma il chiarimento è d’obbligo anche per chi ci vede tutti i giorni, per i giocatori, per tutto l’ambiente. Abbiamo chiarito quello è uscito con voi in conferenza ma che era già uscito tra di noi faccia a faccia“.

RADJA – “Sabato volevo metterlo a fine primo tempo per non giocarmi uno slot per le sostituzioni, ma poi ho pensato che sarebbe stato bello per lui e per tutto lo stadio vederlo entrare da bordocampo e riaccendere l’entusiasmo. Dopo pochi secondi dal suo ingresso ha fatto un cambio di gioco di 50 metri e tutti i tifosi e i giocatori accanto a lui non hanno potuto che prendere fiducia. Ci ha sicuramente dato una mano, ma sarebbe sbagliato puntare tutto su di lui. Le squadre non vincono 1 contro 11 e poi bisogna ricordarsi che il suo recente passato è fatto di alcuni mesi di inattività, quindi potrebbe avere prestazioni atletiche altalenanti. Il modo in cui i ragazzi hanno accettato un giocatore che se vogliamo veniva da un altro pianeta è fantastico. Ci potrà dare una grande mano“.

“Domani Radja giocherà dal primo minuto: non ha giocato dall’inizio la partita scorsa perché secondo me né lui né Giannis (Fetfatzidis, ndr) avevano 90 minuti nelle gambe e ciò avrebbe significato avere due cambi sicuri da dover spendere nel corso della partita. La mia idea era schierare Feftatzidis che è arrivato un po’ prima di Radja, andare in vantaggio e poi mettere dentro Radja al posto suo. Poi purtroppo li ho dovuti mettere insieme perché le cose si erano messe male e mi servivano due giocatori offensivi. Radja se sta bene è un giocatore che in questa squadra avrà ovviamente un posto. Inutile prendersi in giro: se le cose vanno come sono andate in queste prime settimane, Nainggolan gioca. A meno che non preferiate allenatori che vi dicano che i giocatori sono tutti uguali, ma ha un bagaglio tecnico superiore agli altri e quindi, a meno di comportamenti sbagliati che per ora non ho visto, lo spazio glielo si trova“.

TACOPINA – “Ci parliamo con continuità. Ci siamo parlati subito dopo la conferenza e ci siamo detti ciò che pensavamo sulla conferenza e sul mercato. Il problema non è il mercato in sé ma il percorso che ha portato a determinate scelte, la condivisione e l’unità di intenti. Penso di aver detto almeno quattro volte in conferenza che sono contento dei giocatori che ho e quello non cambia. Ovviamente Joe non era felice dopo la conferenza, ma ci siamo sentiti come sempre, gli ho scritto un messaggio anche stamattina“.

SCELTE – “Di La Mantia se ne parla sempre come se fosse messo in disparte: per me è un giocatore di questa squadra e come tale rientra nei ballottaggi ogni sabato con tutti gli altri giocatori e compagni di reparto. Giocando con una punta sola è spesso in ballottaggio con Moncini, a volte con Rabbi, ma è sempre lì nelle valutazioni. Con la Reggina, a esempio, avrebbe giocato titolare se vicissitudini di calciomercato non mi avessero impedito di schierarlo. Da quando sono arrivato ne ha giocate 14 di cui 7 da titolare ed è rimasto fuori due volte per indisposizione (contro Ascoli) o squalifica (Brescia). Ha fatto 7 presenze da subentrato tra cui quella di Reggio Calabria in cui fino alla riunione tecnica eravamo incerti sulla sua situazione. Ha avuto il suo spazio, ne avrà ancora, ma non giochiamo più con due punte e quindi magari ce ne può essere inevitabilmente di meno visto che hanno guadagnato spazio i centrocampisti centrali”.

“Il problema del 3-5-2 di prima è che non vedo molto bene la coppia d’attacco. Lui e Moncini sono molto simili e non li vedo bene insieme. Non è colpa di nessuno dei due, è un discorso di caratteristiche: se dobbiamo avere due attaccanti ne voglio uno che sia uno di quei cavalli pazzi che attaccano sempre la profondità e rendono difficile la vita alla linea di difesa avversaria. Loro hanno caratteristiche un po’ troppo simili per quello che vedo io, visto che sono arrivati sotto richiesta o comunque con la condivisione di un altro allenatore. Andrea (La Mantia, ndr) si allena sempre bene, l’atteggiamento è sempre fantastico. Presumo non sia felicissimo di non giocare titolare ma è tranquillo e a me sembra inizi a essere un po’ più brillante rispetto a quando sono arrivato. Inizialmente penso giocasse titolare in una condizione peggiore e squadra che giocava un po’ meno bene, ma abbiamo altre 14 partite davanti e spazio per giocare titolare ne avrà sicuramente“.

Su Zanellato non penso di vederla allo stesso modo dei tifosi che lo hanno fischiato. Loro pagano il biglietto, ci sostengono anche quando perdiamo, che è una cosa fantastica, e quindi hanno assoluto diritto di esprimere il loro dissenso. Ma penso che Zanellato ultimamente abbia giocato delle ottime partite, come contro l’Ascoli, magari un po’ meno contro il Bari. Ha pesato l’errore sul terzo gol sùbito. Ma gli altri che hanno giocato attorno a lui hanno giocato bene contro il Bari e sono stati tutti perfetti? Probabilmente nel momento in cui l’ho sostituito eravamo tutti al di sotto delle nostre possibilità: il pubblico ha fischiato lui e se fosse uscito qualcun altro avrebbe fischiato allo stesso modo. Penso però che stia facendo bene, così come Prati e come Murgia, che ha sempre giocato bene sia da titolare sia da subentrato. Sono assolutamente soddisfatto dei centrocampisti che abbiamo e di come stanno giocando. Potrebbero giocare tutti ogni partita, ma hanno caratteristiche diverse e sono tutti molto affidabili“.

La titolarità di Alfonso è in discussione sempre, non ho mai detto il contrario. Ma diversamente da un giocatore di movimento che può essere cambiato in un qualunque momento, il portiere ha bisogno di stabilità. Per cui Alfonso è il titolare, gioca anche domani e siamo tutti contenti di lui, ma sottolineo che tutti possono essere messi in discussione. Brazao è un portiere reattivo ed esplosivo, a me piace molto e penso sia integrato bene nel gruppo e nella famiglia dei portieri, c’è un’ottima armonia. L’ultima partita giocata da titolare però risale al 28 ottobre 2020: questo ci fa pensare, dovrebbe giocare qualche partita per riprendere le distanze con campo e compagni, per non subire gol quando conta, a differenza di quanto accade in allenamento. Bisognerebbe vederlo gestire l’area, la zona vitale per un portiere, porta, pali e traversa. Prima era all’Inter e lì non aveva la possibilità di giocare, mentre noi potremmo anche pensare di farlo. In ogni caso parliamo di un portiere sano, ne ho parlato anche con Simone Inzaghi che mi ha detto che si allenava già da un paio di mesi senza problemi. Schizza da un palo all’altro, è molto reattivo, siamo contenti di lui. Avrà la sua opportunità prima o poi, come l’ha avuta Thiam a Genova, ma il dubbio più grande è che non si possono trovare nemmeno filmati per capire come si comporta in campo“.

TIFOSI – “Ho legato la mia vita calcistica a una passione enorme che avevo da bambino e ricordo che andavamo a giocare fuori casa e la facevamo da padroni ovunque o quasi. Come se giocassimo sempre in casa. La tifoseria della Roma è tanto forte e passionale e lo stesso, ovviamente con numeri diversi, la ritrovo qui a Ferrara. C’è grande senso di appartenenza e di identità: la gente qui è tifosa della SPAL, i negozi e i bambini portano sciarpe e bandiere della SPAL e io sono incazzato nero perché ad oggi non stiamo restituendo un po’ dell’amore che stiamo ricevendo. C’è tempo, ce la stiamo mettendo tutta oltre ogni cosa e il fatto che in uno stadio in cui la frequenza media è di 3000-4000 spettatori ce ne saranno 7-800 dei nostri ci dà una spinta in più e mi fa tornare indietro agli anni più belli della mia vita, in cui alzavo la testa e negli stadi più belli del mondo c’erano sempre 4-5000 tifosi romanisti. Non lo dico molto spesso perché non voglio passare per ruffiano, ma per me è un problema in più non dare soddisfazione in più a chi se lo meriterebbe. In casa, alla Curva, perché il resto dello stadio penso dovrebbe partecipare un po’ di più, ci sono tifosi che ti battono le mani anche se perdi. In trasferta, in posti come Reggio Calabria che per raggiungerla ci sono serviti due giorni e mezzo e quindi posso solo immaginare loro. Un po’ di attaccamento lo vorrei restituire sotto forma di punti“.

IPOTESI DI FORMAZIONE (3421): Alfonso; Peda, Meccariello, Dalle Mura; Dickmann, Prati, Zanellato, Celia; Valzania (Rabbi), Nainggolan; Moncini.