foto Filippo Rubin
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La SPAL arriva all’appuntamento col Modena gravata anche dal pensiero delle conseguenze di una squalifica a uno o più dei suoi titolarissimi: quattro su cinque dei giocatori attualmente in diffida (Alfonso, Arena, Meccariello, Prati) sono infatti da considerare tra gli indispensabili della gestione di Massimo Oddo e anche Celia sembra aver sopravanzato nettamente (o forse definitivamente) Tripaldelli per la titolarità sulla fascia sinistra.

D’altra parte i tre cambi dopo l’80° minuto di SPAL-Brescia hanno confermato ancora una volta un’impressione ormai consolidata: c’è una ristretta pattuglia di giocatori – una quindicina – che si sta facendo carico di larga parte del minutaggio disponibile, mentre un terzo della rosa è composto da comparse (nella migliore delle ipotesi). Problema non da poco quando si è a fine stagione e impegnati in una faticosa lotta per la salvezza che richiede una buona dose di energia.

Tema sul quale si era peraltro espresso lo stesso Oddo, senza grandi giri di parole, alla vigilia del confronto col Brescia“Generalmente quando un allenatore decide di effettuare un cambio si aspetta che i giocatori che entrano possano cambiare le cose o migliorare qualcosa che non sta andando come sperato sotto l’aspetto dell’atteggiamento o della posizione. So benissimo che non è semplice entrare a partita in corso, c’è chi ci riesce meglio e chi peggio, chi riesce ad incidere facendo il cosiddetto lavoro sporco e chi lo fa con giocate particolari che rendono il suo ingresso da palcoscenico. Questo dipende anche dai ruoli e da cosa l’allenatore si aspetta in campo. Spero più che altro che da qui alla fine io riesca a fare qualche cambio realmente voluto più che richiesto dai giocatori. Questo è ciò che mi auguro perché finora ho fatto veramente fatica a fare cambi voluti da me, sono sempre stati un po’ condizionati”.

Tradotto, magari in chiave un po’ maliziosa: finora i problemi fisici hanno orientato gran parte delle scelte a partita in corso, ma non è che il livello degli interpreti seduti in panchina sia di grandissimo conforto. I numeri al riguardo sono abbastanza eloquenti e tra le altre cose testimoniano come gli infortuni di Varnier e Valzania abbiano privato il mister di due pedine potenzialmente preziose.

90% o più dei minuti teoricamente disponibili :
– Alfonso (100%)
– Meccariello (98,9%)
– Dickmann (94,8%)
– Arena (91,6%)
– Prati (91,3%)
oltre a:
– Varnier (100%, solo 2 presenze)
– Valzania (100%, solo 2 presenze).

Tra l’80% e il 90% dei minuti disponibili:
– La Mantia (81,7%)
– Nainggolan (80,3%)

Tra il 50% e l’80% dei minuti teoricamente disponibili:
– Contiliano (68,7%)
– Maistro (64,6%)
– Celia (62,9%)
– Moncini (58,4%)

Tra il 30% e il 50% dei minuti teoricamente disponibili:
– Fetfatzidis (49,7%)
– Zanellato (45,4%)
– Tripaldelli (38,5%)
– Dalle Mura (33,7%)
– Murgia (31,7%)

Sotto il 30% dei minuti teoricamente disponibili:
– Tunjov (29,3%)
– Fiordaliso (11,9%)
– Peda (10,9%)
– G. Rossi (9,7%)
– Rabbi (9,2%)
– Rauti (8,6%)
– Almici (2,5%)
– Zuculini (1,3%)
– Ayoub Abou (0%)

La lista è esplicativa, ma fino a un certo punto, perché non tiene conto delle tendenze recenti, molto spesso al ribasso. Qualche esempio: Peda ha giocato 22 minuti negli ultimi due mesi; Tripaldelli è reduce da quattro gare consecutive interamente trascorse in panchina; Zanellato ha giocato due spezzoni di partita nelle ultime tre; Murgia è stato sostanzialmente soppiantato da Contiliano (0 minuti nelle ultime due gare); Rabbi è passato da 28 minuti di media a partita con De Rossi agli appena 8 col suo successore. Tutti giocatori che in teoria dovevano portare un contributo utile e che invece stanno faticando notevolmente anche solo ad avere delle opportunità.